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Dalla prefettura no allo scioglimento di Napoli: irregolarità
Comune - Vizio in una delle firme dei consiglieri

NAPOLI – Non si può procedere, almeno per il momento, allo scioglimento del Consiglio comunale di Napoli. Questo perché dopo una verifica delle 31 firme dei consiglieri dimissionari, la prefettura di Napoli ha rilevato un vizio relativo ad una delle firme presentate. Intanto ieri è stato il giorno dell’attacco di Rosa Iervolino Russo che sul passaggio dei consiglieri pd all’opposizione dice: «Se fossi un magistrato ci metterei il naso». Parla di “voltagabbana” e aggiunge: «Se fossi un giudice sarei incuriosito da alcuni atteggiamenti. Non vorrei far riferimento ad una vignetta in cui ci si chiedeva a quanto è arrivato il prezzo di un deputato. Potrebbe essere accaduto lo stesso per i consiglieri comunali di Napoli». Il riferimento va agli ex consiglieri di centrosinistra che si sono alleati con il centrodestra, cosicchè dai 39 su 60 che sostenevano l’ex sindaco, ne sono rimasti solo 29, determinando lo scioglimento del consiglio comunale con due mesi di anticipo. Dall’attacco alla difesa. In merito alle critiche incassate per la cattiva condizione in cui versa Napoli, l’ex sindaco nel corso dell’affollata conferenza stampa che si è tenuta ieri a Palazzo San Giacomo ha replicato: «Hanno detto che siamo stati nullafacenti e moribondi. Ma parliamo dell’unico Comune che ha assunto 534 dipendenti con un concorso affidato al ministero della pubblica amministrazione». E difende il bilancio di previsione, non ancora approvato, ma molto criticato. «Un bilancio povero, come quello di tutti gli altri comuni, ma pulito e senza buchi». Lo scioglimento del consiglio comunale, in realtà, era nell’aria. Mercoledì 31 consiglieri avevano presentato una mozione di sfiducia per chiedere la testa del sindaco: provvedimento che sarebbe stato votato solo a fine marzo. Poi la situazione è precipitata con le dimissioni. La fine della consiliatura la gestirà un commissario prefettizio scelto dal Capo dello Stato, attraverso il ministro dell’Interno: il nome è atteso entro una settimana. Duri anche i commenti di Rosy Bindi e Pier Luigi Bersani. «Quanto è successo – ha detto il segretario del Pd – è vergognoso: Rosa Russo Iervolino ce l’ha messa tutta in una condizione difficilissima». Mentre a Napoli il commissario provinciale del Pd, Andrea Orlando, ha commentato: «Se l’obiettivo non fosse stato politico, avrebbero preso questa iniziativa mesi fa, invece l’obiettivo è una foto da agitare in campagna elettorale». Dal versante opposto il coordinatore cittadino del Pdl, Marcello Taglialatela, assessore regionale all’Urbanistica: «L’uscita di scena di Rosa Russo Iervolino rappresenta l’inevitabile epilogo della lunga fase di agonia che ha caratterizzato l’azione del centrosinistra al comune di Napoli. Si chiude una stagione di malgoverno lunga 18 anni». Il clima in città è incandescente anche perché restano poco chiare le alleanze da siglare in vista delle elezioni – il 15 e 16 maggio – e aperti i conflitti sulla scelta dei candidati. Per il Pdl scenderà in campo l’ex presidente degli industriali napoletani Gianni Lettieri che ieri, dopo un incontro con Berlusconi, ha accettato la candidatura. Il Pd, dopo la vicenda delle primarie annullate, ora sostiene l’ex prefetto Mario Morcone, ma non trova l’appoggio dell’Idv che candida l’ex magistrato Luigi De Magistris. «Nessuno strappo – ha chiesto Bersani – dobbiamo evitare di consegnare Napoli alla destra di Cosentino». Intanto l’Udc, corteggiata da entrambi gli schieramenti, correrà autonomamente.


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