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Basilicata hub per il petrolio
Energia - Coprirà il 20% del fabbisogno

MATERA – Basilicata hub energetico del Paese. Ci credono Governo e Regione. E i numeri lo confermano. «Le risorse energetiche italiane presenti nel sottosuolo lucano e la loro corretta valorizzazione sono un fattore di ricchezza e di competitività per il nostro Paese – ha sottolineato Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, a margine della prima conferenza internazionale “Petrolio e Ambiente”, promossa a Matera dalla Regione Basilicata -. Esse possono fornire fino al 10% del fabbisogno energetico nazionale». Il territorio lucano può offrire «una produzione di più di 150mila barili di petrolio al giorno». Dalla Val d’Agri, il più grande giacimento petrolifero dell’Europa continentale, e da Tempa Rossa, quando andrà in produzione, si potrà estrarre tanto quanto si importa dalla Libia. «Ma il dato significativo – ha spiegato il direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche del ministero, Franco Terlizzese – è che la produzione di greggio lucano nei prossimi anni potrebbe compensare eventuali un minore import di petrolio dall’estero e che le riserve di petrolio e gas assumono importanza per la sicurezza degli approvvigionamenti». L’Italia è, infatti, il primo detentore di riserve di petrolio, escludendo quelli del Mare del Nord. La Basilicata quindi “cuore del sistema dell’energia per il Mezzogiorno e per l’intero paese”, chiede però che il governo gli riconosca questa centralità. Tre le condizioni poste dal governatore Vito De Filippo: “Occupazione, infrastrutture per superare la marginalità e alta formazione». Una disponibilità “condizionata” quella che la Regione ha posto al Governo e alle compagnie petrolifere e che il tavolo tecnico Stato-Regione sembra aver recepito. «Stiamo arrivando – ha detto il sottosegretario Guido Viceconte – alla definizione di un programma con finanza addizionale vista l’importanza degli investimenti, con l’individuazione di tre assi strategici: incremento dell’accessibilità regionale alla rete nazionale, creazione di nuova occupazione attraverso la ricerca e la formazione e costituzione di un distretto internazionale dell’energia». E la Basilicata è davvero un laboratorio unico al mondo di sintesi di tutte le fonti energetiche fossili e rinnovabili. Come Ravenna, un polo dell’industria energetica, con investimenti già cantierabili nel settore estrattivo e un indotto dalle grandi potenzialità. «Nei prossimi dieci anni – ha detto Giuseppe Tannoia, direttore attività Sud Europa E&P dell’Eni – sono previsti investimenti per 3,5 miliardi in Basilicata. Ma se l’occupazione diretta è bassa, l’indotto è consistente e le opportunità per la filiera petrolifera sono significative anche per le imprese lucane». Ma petrolio e ambiente possono convivere? Alle preoccupazioni dei lucani la Regione risponde con l’avvio dell’Osservatorio ambientale di Marsiconuovo (Potenza), frutto degli accordi con l’Eni.


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