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La p.a. festeggia il 17 marzo
Il ministro Renato Brunetta interviene sui festeggiamenti dell'Unità d'Italia

I dipendenti pubblici fruiranno di un permesso retribuito in occasione della festa dell’Unità d’Italia. Ciò significa, dunque, che nel 2011 questi lavoratori non dispongono liberamente di tutte e quattro le giornate di astensione per festività soppresse, dovendo obbligatoriamente fruirne una (quella del 4 novembre, per la precisione) il prossimo 17 marzo in quanto previsto per legge. È quanto chiarito dal ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ieri nel corso del question time alla camera in risposta a un’interpellanza sugli effetti nel settore pubblico della giornata festiva istituita dal dl n. 5/2011 per il 150° della proclamazione dell’Unità d’Italia. L’interpellante ha lamentato «un’evidente confusione sul piano normativo» che ha «portato alcune amministrazioni locali, come Novara, ad adottare prima e a revocare poi determinazioni nel senso della giornata di ferie «obbligata» e altre, come Torino e Pavia, ad adattarsi all’interpretazione del dipartimento della funzione pubblica». Nella risposta il ministro Brunetta ha fatto riferimento alla relazione tecnica del provvedimento, il dl n. 5/2011, che ha dichiarato festiva la giornata del 17 marzo e disciplinato il trattamento nei settori del lavoro pubblico e privato, al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese. La relazione tecnica, ha spiegato Brunetta, illustra puntualmente gli effetti giuridici del decreto (è pubblicata sul sito istituzionale del ministero), proprio al fine di assicurare una piena conoscibilità al deliberato del governo e di fugare eventuali incertezze in ordine alla sua applicazione. In particolare, ha aggiunto il ministro, ribadisce che il 17 marzo 2011 è considerato giorno festivo; poi, dal momento che, per una precisa scelta del governo, dall’attuazione del provvedimento non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, prevede che gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali connessi alla festività del 4 novembre siano imputati, per l’anno 2011, alla data del 17 marzo. Nel settore del lavoro privato questo significa che, il prossimo 17 marzo, i lavoratori faranno festa (non lavoreranno) e riceveranno, come retribuzione, la giornata di paga in più che avrebbero dovuto ricevere a novembre, per via della festività del 4 novembre che è stata «spostata alla domenica successiva» (e, pertanto, normalmente disciplinata come festività cadente di domenica e retribuita con una giornata in più). Diverso è il discorso nel caso del settore del lavoro pubblico, dove i lavoratori sono pagati a «stipendio fisso» e la festività del 4 novembre, spostata alla domenica, non determina una giornata di paga in più (come per i lavoratori privati), ma un giorno di permesso retribuito. In questo settore, conclude il ministro Brunetta, significa che i lavoratori non potranno disporre (per l’anno in corso e solo per il 2011) liberamente di tutte e quattro le giornate di astensione dal lavoro per festività soppresse, essendo previsto l’obbligo ex lege di utilizzare una delle quattro giornate in corrispondenza della festa nazionale del 17 marzo 2011.


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