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I servizi si preparano alla liberalizzazione
Ex Bolkestein - Prime norme liguri per recepire la direttiva Ue

L’agente immobiliare e l’estetista, l’artigiano e l’albergatore, il parrucchiere, lo spedizioniere, il camallo portuale, l’istruttore subacqueo: sono numerosi ed eterogenei i mestieri investiti dalle novità della direttiva “servizi” (123 del 2006), anche nota come ex Bolkestein, che la Liguria si prepara a recepire. Ad alcuni semplificherà la vita, altri sono da tempo sulle barricate, come i gestori dei quasi 1.200 stabilimenti balneari liguri (si veda il servizio pubblicato in basso) e gli ambulanti, poco più di 4.500. La tendenza La Liguria, regione trasfrontaliera, si prepara ad allineare le disposizioni regionali alle norme Ue. Infatti, dopo che – in ritardo – l’Italia ha recepito l’input (con il decreto legislativo 59/2010, in vigore dall’8 maggio 2010), tocca ora alle regioni dare una rinfrescata al proprio corpus normativo. Diversi aspetti sono ancora da mettere a punto a livello nazionale e in sede di conferenza stato-regioni. La strategia ligure è in due mosse: la prima consiste in un disegno di legge in viaggio verso l’aula, che si occupa di tutte le categorie, tranne il commercio; e la seconda, futura, sarà un provvedimento dedicato solo al commercio, il settore su cui la direttiva ha più impatto (sono circa 25mila le imprese al dettaglio attive nel 2010 in Liguria, secondo dati camerali), e al mondo della somministrazione di alimenti e bevande. Scopo della direttiva servizi, fluidificare concorrenza e libera impresa dei servizi sui mercati. Eliminando, quindi, ostacoli “discriminanti”, per esempio legati a residenza o nazionalità, fatti salvi (diversi) paletti. Sono così liberalizzati una serie di regimi abilitativi e di regole relative ai requisiti morali e professionali per intraprendere i mestieri. La direttiva si applica a tutte le attività di natura economica, imprenditoriale, professionale, diretta a scambio di beni o fornitura di prestazioni, anche intellettuali. Numerosi ambiti sono già esclusi (altri si battono per esserlo): i servizi sociali, fiscali, finanziari (inclusi bancari e creditizi), assicurativi, di comunicazione, trasporto, i servizi audiovisivi, cinematografici, radiofonici; i notai, le edicole, i distributori di carburante. Le regole L’assessorato regionale al commercio, guidato da Renzo Guccinelli, che nel luglio scorso aveva trasmesso agli enti locali una circolare esplicativa, è al lavoro per aggiornare il testo unico sul commercio (legge regionale 1/2007). Una bozza sarà concertata nei prossimi mesi con le categorie. Poi, entro l’anno, andranno modificate le vigenti programmazioni com-merciali e urbanistiche, sia per il dettaglio in sede fissa, sia per bar e ristoranti. Vale intanto la “clausola della cedevolezza”: in attesa dell’entrata in vigore delle regole regionali, valgono i principi della direttiva (salvo deroghe ad hoc). Cosa cambia nel commercio? «Intanto, ma in virtù di un’altra norma che vale anche per artigianato ed edilizia – spiega la dirigente regionale Serenella Milia – per aprire gli esercizi di vicinato basta la Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, che a luglio è subentrata alla Dia, dichiarazione di inizio attività, che comportava un’attesa di 30 giorni prima di alzare le serrande. Rimarrà invece soggetta ad autorizzazione l’apertura di bar e ristoranti, di medie e grandi strutture di vendita e delle bancarelle, su posto fisso o itineranti». Per gli ambulanti il tema è delicato. Oltre al fatto che debutteranno sui mercati anche società di capitali e cooperative, si sbaragliano schemi tradizionali, come la durata decennale del posto e il rinnovo tacito (o automatico) alla scadenza: «Preoccupa – ammette Antonio Ornano, direttore Ascom Confcommercio Liguria – l’orientamento sui criteri per il rilascio e il rinnovo: sembra che il principio dell’anzianità del titolo sia sostituito da quello di anzianità di iscrizione al registro delle imprese. Più in generale – prosegue – andrà ben dosato il cambio di passo: la nuova ottica per regolare lo sviluppo del tessuto distributivo dovrà abbandonare la logica pregressa, basata su parametri distanziometrici, contingentamenti, licenze, a beneficio di criteri qualitativi». Dalle camere di commercio spariscono ruoli ed elenchi di rappresentanti, mediatori marittimi, spedizionieri.


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