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La Lega lancia gli eserciti regionali
Le tensioni nella maggioranza - Proposta di legge per i volontari al comando dei governatori - Il Pd: secessione militare?

ROMA – «Dopo aver incassato il finto federalismo la Lega sta forse puntando alla secessione militare?». Il capogruppo del Pd in commissione Difesa della Camera Antonio Rugghia riassume così il pensiero dell’intera opposizione – e di parte dello stesso Pdl – di fronte alla proposta di legge presentata dal Carroccio alla Camera per istituire «battaglioni regionali», sul modello della Guardia nazionale americana, pronti a intervenire in caso di calamità naturali, gravi attentati, incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi. Ma anche a mantenere l’ordine pubblico se lo decidono il Consiglio dei ministri o i governatori regionali. La proposta di legge, firmata dal capogruppo in commissione Difesa Franco Gidoni e da un drappello di deputati del Carroccio (ma non dal capogruppo leghista a Montecitorio Marco Reguzzoni, che ha comunque detto di condividere la pdl nel merito), propone l’istituzione del «Corpo dei volontari militari per la mobilitazione», di cui entrerebbero a far parte, a domanda e previo superamento di esami psico-attitudinali, i militari cessati dal servizio senza demerito – volontari in ferma prefissata – di età inferiore ai 40 anni. «Abbiamo proposto – spiega Gidoni – di prevedere mille uomini per Regione, in supporto all’esercito in caso di calamità naturale. Al vaglio della commissione Difesa ci sono già altre due proposte di legge con lo stesso taglio, la proposta Paglia, che seguirà un proprio iter, e la proposta Cirielli, alla quale auspichiamo venga abbinato il nostro provvedimento». Di fronte alla levata di scudi delle opposizioni e allo stop dello stesso ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha ricordato come una delle caratteristiche dello Stato unitario sia quella di avere un esercito nazionale che come tale non potrà mai essere «né regionalizzato, né parcellizzato», il deputato leghista avverte che «l’argomento è rimasto scoperto dopo l’abolizione della leva militare obbligatoria. È un problema che va affrontato, senza doverne fare a tutti i costi una questione politica. Mi piacerebbe sapere come le opposizioni intendono sostenere la nazione in caso di calamità, dal momento che le unità più operative del nostro esercito in questo momento sono all’estero, impegnate nelle missioni». Contrario all’iniziativa è però anche il presidente della commissione Difesa della Camera Edmondo Cirielli, firmatario della pdl a cui la Lega vorrebbe abbinare il proprio provvedimento. Cirielli ha presentato una proposta per colmare «le lacune e le carenze» lasciate dalla soppressione della leva obbligatoria, puntando a dar vita a un Servizio nazionale militare di volontari, che agisca anche a livello regionale. «Si tratta, però, di una proposta ben diversa» da quella del Carroccio, assicura. Nella relazione al provvedimento, la Lega sottolinea la mancanza di «uno strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l’attivazione del sistema di protezione civile. L’importazione nel nostro ordinamento dell’Istituto della Guardia nazionale permetterebbe di assicurare il soddisfacimento di queste esigenze, liberando i reparti operativi delle Forze armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati». Il no delle opposizioni è però senza appello. Se non è l’ennesima «boutade» , l’iniziativa della Lega è considerata infatti «molto pericolosa».


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