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Opere bloccate dai contenziosi
Tavola rotonda ieri al ministero infrastrutture sul regolamento degli appalti pubblici

Il codice degli appalti dal prossimo 8 giugno o al massimo in luglio sarà affiancato dall’entrata in vigore del regolamento di attuazione contenuto nel DPR 207/2010 sull’esecuzione e attuazione dei contratti pubblici. Ma il settore dei lavori pubblici, malgrado la forte semplificazione annunciata ieri dal ministro delle infrastrutture Altero Matteoli nel corso di un seminario di formazione sul provvedimento che proseguirà anche oggi a Roma, non potrà contribuire con il dovuto slancio alla ripresa dell’economia se non sarà possibile risolvere il più grande dei problemi: quello dell’enorme mole del contenzioso, che finisce per bloccare gare e soprattutto per provocare, spesso, il ritiro di finanziamenti già erogati e la impossibilità definitiva di portare a compimento i procedimenti già avviati. Un problema grave quello denunciato da Matteoli e anche dal presidente del consiglio di stato oltre padre del codice degli appalti, Pasquale De Lise, che ha partecipato al seminario moderato dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, insieme con il direttore generale del ministero delle infrastrutture, Bernadette Veca, con il presidente di Itaca e assessore regionale del Veneto, Massimo Giorgetti e con l’assessore del Lazio per le infrastrutture, Luca Malcotti. Il ministro delle infrastrutture, nel tirare le conclusioni dei lavori, ha però sottolineato l’importanza del lavoro già svolto: «E’ una giornata importante, perché con il regolamento sono stati fatti passi importanti grazie alla collaborazione tra ministero delle infrastrutture, rappresentanti delle stazioni appaltanti e delle imprese e conferenza delle regioni tramite Itaca (Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, ndr), ha detto Matteoli. «Molto però c’è da fare, perché semplificare in una legislazione così caotica è opera difficilissima ma ci stiamo provando». Il ministro, in particolare, ha spiegato che il regolamento e il codice garantiscono «una regolamentazione omogenea e completa finalizzata a una maggiore certezza normativa e a una migliore efficienza della pubblica amministrazione» e ha aggiunto che aprono «per le imprese opportunità in un quadro in cui sappiano convivere legalità e concorrenza». Matteoli però ha ribadito la necessità di «ridisegnare l’attuale quadro normativo», con l’obiettivo di arrivare dalle attuali 21.000 stazioni appaltanti a una stazione appaltante per ogni regione e a una sostanziale semplificazione delle procedure. E ha annunciato l’istituzione di una commissione ministeriale che studi a fondo il problema dell’abuso di contenzioso da parte delle imprese e dell’eccesso di ricorso alla sospensiva da parte dei Tar e presenti «in parlamento una proposta per evitare che tutto ciò accada». De Lise, in proposito, ha manifestato un certo scetticismo: «Fino a quando avremo amministrazioni che per ogni dichiarazione resa dai partecipanti a una gara chiedono una fotocopia del documento di identità, per cui servono 100 fotocopie per 100 dichiarazioni, sarà difficile risolvere il problema», ha dichiarato. «In ogni caso, la soluzione non è cancellare i Tar: Il vero rimedio è migliorare la qualità della progettazione, la cui carenza innesca riserve e contenzioso, e affrontare la fase dell’aggiudicazione con strumenti diversi. Già avere un bando tipo, per esempio, sarebbe un grande passo avanti, perché adesso, per lotti analoghi della stessa opere o per opere analoghe i bandi sono diversi e le imprese assoldano pool di investigatori per andare a cercare il pelo nell’uovo del concorrente che ha vinto quando loro stesse sono in situazione di irregolarità analoga o peggiore di quella del vincitore. Serve, insomma, una deflazione alla quale tutti dovranno concorrere, perché i costi sociali di questo contenzioso spesso sono gravi, perché la gara deve essere rinnovata e si perdono finanziamenti comunitari e opportunità di lavoro e rilancio dell’economia». Il regolamento, però, secondo quanto ha spiegato il direttore generale del Mit Veca, offre già soluzioni tecniche importanti: «Le innovazioni tecniche più significative sono una maggiore definizione dei contenuti dello studio fattibilità e dei livelli di progettazione», ha spiegato. «Spesso è la qualità progettuale il vero problema con probabile contenzioso che rende complesso se non impossibile uno svolgimento sereno dell’ iter contrattuale». Veca ha auspicato la creazione di «un circolo virtuoso che consenta una drastica riduzione del contenzioso». E ha sottolineato che con il regolamento «si metteranno a regime istituti originali rimasti finora sulla carta, come il dialogo competitivo e le aste elettroniche o i performance bond». Quello cominciato ieri e che si conclude oggi ieri è stato il primo di un ciclo di incontri formativi mirati all’aggiornamento dei tecnici delle pubbliche amministrazioni. Il programma prevede una tappa a Torino il 12 e 13 aprile e un’altra il 24 e 25 maggio a Napoli.


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