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Trasferimenti più facili per beni di oltre 50 anni
Demanio ai Comuni - Confronto a Roma

ROMA – Il federalismo demaniale cerca una soluzione al problema dei beni vincolati. Ma intanto per l’Economia il termine del 26 giugno per i decreti di valorizzazione è da considerarsi ordinatorio, quindi tutti possono tirare il fiato. Al convegno organizzato ieri a Roma da Dla Piper, sotto la guida di Stefano Mantella, è stato fatto il punto sulla situazione del trasferimento dei beni agli enti locali. Luca Antonini, presidente dalla commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, ha richiamato l’attenzione sul presupposto del decreto 85/2010: il «federalismo di valorizzazione» e non un semplice passaggio di beni per fare cassa. Stefano Scalera, direttore generale dell’Economia che da anni segue gli immobili pubblici, ha evidenziato la necessità di portare i privati a partecipare alla creazione di fondi intorno a beni devoluti, creando processi di valorizzazione complessi che prevedano anche il social housing, anche con conferimento di beni privati. Un richiamo che non è caduto nel vuoto: Michele Cibrario (Bnp Paribas Real Estate) ha in mente «un esperimento in una grande città dove le procedure siano già consolidate e conosciute e dove siano individuabili immobili non parcellizzati e di buona consistenza». Facile pensare a Milano, dove esistono già rapporti solidi con il Comune. Per Anna Pasquali (Beni Stabili Sgr) «l’esperienza del fondo Veneto Casa di social housing con la regione Veneto sta andando bene e stiamo analizzando parecchie possibilità sulla linea indicata da Scalera. Ma occorre stare molto attenti con i tempi delle procedure degli enti locali: quando si parla di redditività si devono avere tempi certi». Giuseppe Chinè, neo capo ufficio legislativo economia del ministero dell’Economia, ha affrontato il tema delicatissimo dei beni vincolati: tutti quelli che hanno oltre 50 anni sono infatti da considerarsi vincolati e quindi trasmissibili ma solo attraverso specifici accordi di valorizzazione con la procedura dell’articolo 5, comma 5 del decreto. Il problema è grosso perché quasi tutti gli edifici dell’elenco dei beni trasmissibili hanno più di 50 anni e poi perché lo Stato ha tempo solo sino al 26 giugno per provvedere al trasferimento. L’interpretazione ufficiale emersa al convegno è che si tratti di un termine ordinatorio, quindi i tempi sono ancora aperti. La questione dei 50 anni verrà invece affrontata con un innalzamento normativo di almeno 20 anni della soglia di “anzianità” dell’immobile. Si spera in fretta, perché altrimenti il decreto rischia di restare sulla carta. La questione degli spazi esclusi dagli elenchi perché in uso alla pubblica amministrazione e che l’Anci vorrebbe rimettere sotto esame ha trovato al convegno una risposta chiara nella norma: l’articolo 8 è dedicato proprio a questo, con la possibilità di fare conferenze di servizi nelle quali discutere spostamenti di sede e diversi utilizzi. Possibilità, a quanto risulta, mai utilizzata in questi nove mesi.

LA PAROLA CHIAVE
Valorizzazione

La valorizzazione è la proposta di soluzioni concrete per una fruizione pubblica, diretta o indiretta, di beni che sono attualmente in stato di abbandono o che comunque non servono alla pubblica amministrazione centrale. Una caserma, per esempio può ospitare un centro anziani o un asilo nido ma anche un albergo con l’ingresso dei privati nell’accordo (previo cambio di destinazione d’uso dell’immobile). Si può anche costituire un fondo immobiliare. Per i beni vincolati (cioè attualmente quelli con più di 50 anni) le soluzioni vanno proposte anche alle soprintendenze.


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