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Stop all'uscita per i «piccoli»
Salve le quote dei 229 centri liguri (su 235) sotto i 30mila abitanti

GENOVA – Ringraziano 229 su 235 comuni della Liguria. La quasi totalità delle amministrazioni (restano fuori solo Genova, La Spezia, Savona, Sanremo, Imperia e Rapallo), con meno di 30mila abitanti, non dovranno affrontare – per via della modifica contenuta nell’ultimo decreto “milleproroghe” – il processo di liquidazione o cessione delle società partecipate. L’obbligo infatti slitta al 2013 e viene “arginato” da una serie di paletti. Negli uffici bilancio dei Comuni sono in molti a tirare un respiro di sollievo ma secondo Franco Floris, sindaco di Andora e responsabile Finanze di Anci, associazione dei comuni italiani, con la modifica della norma «si getta via il bambino con l’acqua sporca». Se la precedente finanziaria avrebbe fatto chiudere le partecipate sane e quelle deficitarie, così il “milleproroghe” mette al sicuro anche le aziende in rosso. «Che continueranno a gravare sulle tasche dei cittadini. Non si mette ordine – dice Floris – tutto è rimandato. Come Anci propongo di inserire una norma che obblighi queste società, e i Comuni che le controllano, a rientrare da eventuali debiti nel giro di tre anni». L’aspetto positivo – spiegano dall’ufficio semplificazione amministrativa della Regione Liguria – è che, eliminata la legge, i Comuni non dovranno prendere in carico management e personale delle partecipate, cosa che avrebbe comportato un aggravio di costi insostenibile e lo sforamento dei patti di stabilità. Dai piccoli ai grandi, tra i comuni capoluogo con oltre 50mila abitanti (Genova, Savona e La Spezia), solo palazzo Tursi si sta muovendo nella cessione delle partecipate. «A maggio ci sono le elezioni – dice il vicesindaco di Savona, Paolo Caviglia – ogni discorso è rinviato». Il Comune di Savona detiene quote di 13 società, per un valore totale di 12.935.471 milioni. Controlla la multiservice urbana Ata con l’85% delle quote e il consorzio per la depurazione delle acque di scarico. E proprio su questi due fronti si impegnerà la giunta Berruti, se sarà riconfermata. Il Comune della Spezia partecipa 22 società per un totale di 8.376.585 milioni, controllando con il 69,8% delle quote della società di trasporto pubblico Atc e le società di sviluppo Promostudi e Speziarisorse. Proprio Atc – e in particolare il ramo d’azienda che gestisce i parcheggi – potrebbe essere privatizzato. «Ma la discussione non è stata ancora intrapresa ? spiega l’assessore al Riordino delle partecipate Davide Natale – lo faremo nei prossimi mesi».


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