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Federalismo, nessuna sforbiciata
Il ministro Calderoli ha rassicurato l'Anci. Dal 2013 i tagli del dl 78 potranno essere sterilizzati

Federalismo fiscale senza sorprese per i comuni, almeno per il 2011. Nel primo anno di applicazione della riforma e in attesa che vengano definiti i fabbisogni standard, i sindaci potranno stare tranquilli. Perché riceveranno dalla compartecipazione Iva e dal fondo di riequilibrio alimentato dal gettito dei tributi immobiliari devoluti, esattamente quanto avrebbero incassato dai trasferimenti erariali al netto dei tagli del dl 78. Per il momento, dunque, i 2,5 miliardi decurtati a luglio 2010 dalla manovra correttiva dei conti pubblici peseranno sulle tasche dei municipi. Dal 2013 si vedrà. Dopo le regioni anche i sindaci (che tanto avevano protestato per il trattamento differenziato attuato dal governo) hanno infatti ottenuto una clausola di salvaguardia in grado di sterilizzare i tagli a partire dall’entrata a regime del federalismo. Le due promesse, che aiuteranno i comuni a guardare con più fiducia all’immediato futuro e alle prossime scadenze contabili, sono state annunciate dal ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, nel corso di un incontro avvenuto ieri con una delegazione dell’Anci. L’impegno a fiscalizzare i trasferimenti nell’entità antecedente ai tagli (prendendo dunque come parametro i contributi 2010) è però legato a un’incognita non da poco. Analogamente a quanto previsto per le regioni, la revisione scatterà solo compatibilmente con la situazione di finanza pubblica che si avrà nel 2013. «Niente più di una norma programmatica», ha commentato il responsabile finanza locale dell’Anci, Salvatore Cherchi, consapevole che si tratti di una clausola condizionata da tante variabili. Ma per i sindaci è già qualcosa, visto che nel decreto sul fisco comunale (dlgs 23/2011) entrato in vigore il 7 aprile, non ve ne era traccia. Nel corso dell’incontro, Calderoli ha formalizzato alla delegazione Anci (guidata da Sergio Chiamparino e da Osvaldo Napoli) l’intenzione di accelerare i tempi sull’emanazione dei dpcm attuativi che dovrebbero perciò tagliare il traguardo entro il 22 maggio (45 giorni dall’entrata in vigore del dlgs 23). Il decreto sull’Iva sarà emanato insieme a quello che definirà le regole di ripartizione del fondo di riequilibrio in modo da offrire subito certezze ai comuni sulle risorse a disposizione (si veda ItaliaOggi dell’8/4/2011). Ma già verso i primi di maggio potranno essere resi noti i primi dati sulla ripartizione dell’Imposta sul valore aggiunto. Un altro fronte su cui il ministro ha promesso di intervenire riguarda la fiscalizzazione dei trasferimenti in conto capitale. Sarà compito della Copaff (la Commissione paritetica presieduta da Luca Antonini) fare le opportune valutazioni per poi procedere alla fiscalizzazione. Ultimo fronte di intervento riguarda la perequazione a regime, su cui l’Anci chiede da tempo un decreto legislativo ad hoc. Calderoli non si è sbilanciato sul punto, ma si è detto d’accordo sulla necessità di introdurre «norme più ampie e precise di quelle contenute nel decreto sul federalismo municipale». E al riguardo, secondo quanto riferito da Cherchi, «ha proposto di portare avanti un’istruttoria tecnica congiunta». Indicazioni utili sul punto potranno arrivare dalla prossima riunione della Commissione bicamerale (convocata per martedì) dove si inizierà anche a discutere delle possibili soluzioni tecniche per la correzione del dlgs 23 chiesta a gran voce anche dagli esponenti del Partito democratico (si veda ItaliaOggi del 2/4/2011). Per ora, come ha confermato anche lo stesso Antonini, le ipotesi sono due: approvare un decreto correttivo del dlgs 23 o inserire le norme modificative all’interno di uno dei prossimi decreti attesi all’esame della Bicamerale.


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