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Sui conti in vista decreto da 3,5 miliardi
La strategia di Tremonti - Il provvedimento previsto a giugno, a maggio un altro Dl per lo sviluppo

ROMA – Approvati i nuovi documenti programmatici da trasmettere a Bruxelles, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti comincia a mettere a punto la strategia di politica economica dei prossimi mesi, secondo un timing che prevede il varo in tempi brevi di un decreto con misure per sostenere la crescita, cui seguirà un altro provvedimento di “manutenzione” dei conti. Stando alle indiscrezioni circolate ieri, il primo provvedimento dovrebbe essere varato nella prima settimana di maggio. In tal modo, già in occasione del consiglio Ecofin del 17 maggio Tremonti potrebbe presentare all’attenzione dei colleghi i primi concreti interventi, secondo lo schema delineato nel «Programma nazionale di riforme». Il decreto di manutenzione sui conti del 2011 è in programma invece per il mese di giugno, e al momento “vale” attorno ai 3,3-3,5 miliardi. Si tratta, prima di tutto, di finanziare spese definite “inderogabili”, tra cui le missioni militari internazionali, il cui costo è lievitato per effetto della crisi libica. L’ultima proroga, fino al 30 giugno 2011, è stata prevista dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 22 dicembre dello scorso anno. A giugno il governo deciderà se accanto alla “manutenzione” per l’anno in corso sia necessario aggiornare la manovra triennale dello scorso anno, che al momento dispiega i suoi effetti fino al 2013. Nel documento di economia e finanza, si indica per raggiungere nel 2014 l’obiettivo del pareggio di bilancio una correzione cumulata per il biennio 2013-2014 pari a circa 35 miliardi di euro, una parte dei quali potrebbe essere anticipata già con il decreto di giugno. Come avvenuto lo scorso anno, in ottobre la nuova legge di stabilità (la vecchia Finanziaria) si limiterà sostanzialmente a recepire nei saldi di finanza pubblica gli effetti contabili delle manovre già poste in essere. Si agirà sulla spesa corrente primaria, come precisa lo stesso documento programmatico. A regime – si legge nel testo – si profilano ulteriori interventi sulla spesa corrente primaria «per oltre quattro punti di Pil». Tra le possibili misure da varare in tempi rapidi sul fronte della crescita, il credito di imposta per gli investimenti in ricerca. Il tutto mentre prosegue la trattativa diplomatica con Bruxelles per le misure relative alla fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno. Interventi che potrebbero, in caso di via libera, trovare anch’essi posti nel decreto sviluppo di maggio, insieme all’altra misura indicata nel «Programma nazionale di riforme», relativa all’attuazione delle zone a «burocrazia zero» per le regioni del Sud. Il cantiere delle ulteriori, possibili misure del decreto prevede anche il potenziamento delle misure per attuare il piano casa, attraverso la definizione di una disciplina quadro cui dovrebbero poi seguire le relative normative a livello regionale. Si lavora poi a un pacchetto complessivo di semplificazioni per le piccole e medie imprese. In sostanza, si cominciano a delineare gli interventi per eliminare quei «colli di bottiglia» che frenano la crescita di cui si fa cenno nel documento. Uno dei punti fermi del piano di riforme è che per recuperare competitività, le riforme più urgenti «devono creare le condizioni per favorire sistemi di contrattazione salariale e sviluppi del costo del lavoro coerenti con la stabilità dei prezzi».


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