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Sanità, arriva la «stretta» su beni e servizi delle Asl

ROMA – Dal fallimento politico con tanto di rimozione e interdizione per dieci anni da qualsiasi carica pubblica per i governatori in default sanitario, all’«inventario» di fine legislatura per le Regioni sottoposte a piano di rientro dai debiti di asl e ospedali. Arriva oggi in Conferenza Unificata l’ottavo tassello del federalismo fiscale: lo schema di decreto legislativo su «premi e sanzioni» per Regioni, Comuni e Province. Un mix di bastone e carota per gli amministratori locali, ma soprattutto per quelli regionali, che non sembra però destinato a fare subito un passo in avanti verso la bicameralina sul federalismo fiscale. Governatori, sindaci e presidenti di Provincia infatti vogliono vederci chiaro e non nascondono affatto che il testo appena inviato dal Governo vada ancora discusso e “raffinato”, se mai sarà possibile. Tanto che oggi dovrebbe spuntare la richiesta di un rinvio del parere, e dunque anche dello slittamento dell’avvio dell’iter del provvedimento in Parlamento. Ipotesi che potrebbe non essere scartata a priori dal Governo per non creare nuovi punti d’attrito, anche se il timing non potrà essere diluito oltre misura. E soprattutto senza intaccare la stangata nei confronti degli amministratori recidivi con i conti in rosso, su cui non solo l’Economia intende tenere ferma la barra delle sanzioni. Proprio l’Economia del resto è il primo sponsor delle ultimissime novità inserite nel nuovo testo del decreto all’esame della Conferenza Unificata di oggi. Con un articolo ad hoc ? che è stato nuovamente limato dopo il primo tentativo di inserirlo nel decreto sui costi standard sanitari ? l’Economia punta a mettere un freno agli acquisti fuori ordinanza di beni e servizi sanitari. E lo propone con un duplice meccanismo. Punto di partenza è l’introduzione, fin dal 2012, di un meccanismo premiale con le risorse del fondo sanitario nazionale a favore delle Regioni che istituiranno centrali regionali per gli acquisti e l’approvvigionamento di beni e servizi: sia il valore del «premio» (l’1% del fondo nazionale, circa 100 milioni, proponeva la bicameralina), sia il volume minimo annuo (la proposta era stata di 300 milioni) delle procedure di gara, saranno fissati con un decreto del ministero dell’Economia. Ma il perno della manovra di riduzione dei costi per le forniture di beni e servizi, sarà l’elaborazione dei prezzi di riferimento per l’acquisto «alle condizioni di maggiore efficienza» di beni, prestazioni e servizi sanitari e non sanitari. L’elaborazione dei prezzi sarà affidata all’Osservatorio dei contratti pubblici su lavori, servizi e forniture alle amministrazioni pubbliche, mentre l’Agenas (l’Agenzia per i servizi sanitari regionali) indicherà la griglia di servizi e prodotti «di maggior impatto in termini di costo a carico del Ssn» da tenere sotto osservazione. Con un disco rosso per le Regioni spendaccione: l’obbligo di segnalare alla Corte dei conti gli acquisti oltre la soglia dei prezzi di riferimento. A un passo, dunque, verso la responsabilità per danno erariale. Una corsa ad handicap in più per i governatori. Che proprio oggi intanto contano di dare il via libera in Stato-Regioni al riparto dei 106,5 miliardi per il 2011 dopo la pre-intesa della settimana scorsa.


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