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Zona franca a Caltanissetta
Legalità. La giunta regionale approva la delibera per l'istituzione del sito - Ora serve l'intesa con il ministero dell'Interno

CALTANISSETTA – È pronta a partire nel cuore della Sicilia la zona franca per la legalità. Sarà creata in un’area che comprende tutta la provincia di Caltanissetta, quattro comuni dell’agrigentino (Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa e Licata) e uno dell’ennese (Pietraperzia). «La nostra realtà rappresenta il polo più importante dell’isola per l’attrazione di nuovi investimenti – dice Antonello Montante, alla guida della Camera di commercio nissena, vicepresidente in Confindustria e delegato nazionale alla Legalità – . I fondi stanziati per la Zona franca saranno gestiti con automatismi e con processi rapidi a tutela delle aziende che verranno a investire». Quello della zona franca per la legalità è uno strumento, previsto dall’articolo 3 della legge 15/2008, richiesto a gran voce che nella manifestazione tenutasi all’inizio di marzo organizzata dai tre sindacati confederali in collaborazione con Confindustria e il tavolo per lo sviluppo del centro Sicilia: furono quasi diecimila, si ricorderà, a partecipare al corteo. La settimana scorsa la giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo ha approvato lo schema di delibera per l’istituzione della zona franca per la legalità accogliendo la proposta, presentata dall’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi il quale ha recepito le istanze provenienti dal Tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità di Caltanissetta, orientato a creare una zona franca in grado di attrarre investimenti sul territorio, incentivare la crescita e rilanciare il tessuto socio economico della provincia: a disposizione delle misure a sostegno di chi vorrà venire a investire a Caltanissetta ci sono 50 milioni a valere sui fondi Ue. «La delibera approvata dalla giunta è un punto di partenza e non di arrivo – ha detto Venturi, oggi assessore ma imprenditore protagonista delle battaglie per la legalità e contro la mafia e già presidente regionale della Piccola industria di Confindustria -. Ci certifica un’idea che sembrava alcuni anni fa utopistica. I 50 milioni di euro stanziati sono un fatto concreto per il rilancio delle province più povere d’Italia. Il punto è quanto queste zone possano essere individuate come aree defiscalizzate. Il prossimo passo spetta al ministro Roberto Maroni che dovrà emanare un decreto che poi dovrà transitare alla Commissione europea per sancire definitivamente la zona franca». Secondo quanto previsto dalla legge regionale, ora il presidente della regione deve raggiungere l’intesa con il ministro dell’Interno per istituire la zona franca per la legalità. Previsto (e avviato) il confronto col governo nazionale e con la Commissione europea per la individuazione di proposte operative relative a una fiscalità di vantaggio per le imprese all’interno della Zfl. La zona franca della legalità, come prevede la norma, risponde a una logica di premialità per le aziende virtuose che si insediano in aree virtuose del paese sul piano della rottura definitiva con la logica mafiosa e la provincia di Caltanissetta, da dove è partita la svolta di Confindustria Sicilia, di sicuro lo è. La legge 15/2008 che reca misure contro la criminalità organizzata e porta il nome del presidente della commissione regionale antimafia Lillo Speziale prevede, tra le altre cose, che sia riconosciuta agli imprenditori che denunciano il racket o richieste provenienti dalla mafia «per cinque periodi di imposta decorrenti dalla suddetta richiesta, il rimborso delle imposte sui redditi; dei contributi previdenziali; dell’imposta comunale sugli immobili».


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