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«Una legge in aiuto ai borghi»
Turismo in Puglia

Un progetto di legge regionale per lo sviluppo del turismo di qualità. Lo hanno proposto tredici Comuni pugliesi (Alberona, Alberobello, Bovino, Cisternino, Locorotondo, Orsara di Puglia, Otranto, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, Sant’Agata di Puglia, Specchia, Trani e Vico del Gargano) «per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei borghi più belli d’Italia in Puglia». I 13 centri – tutti accomunati da riconoscimenti di diversi marchi di qualità turistico-ambientale, come il club dei «Borghi più belli d’Italia», delle «Bandiere Arancioni» del Touring Club Italiano, del circuito «Cittaslow» e dell’Unesco – hanno stilato un documento unico (il Comune di Alberona ne ha già deliberato in Consiglio comunale l’approvazione), che rappresenta la base per un nuovo quadro di disposizioni in favore dei borghi storici della Puglia, borghi d’eccellenza della regione. All’articolo 1 della proposta, per esempio, si legge che «sono ammessi a contributo regionale gli interventi, promossi anche da soggetti privati, finalizzati alla valorizzazione e riqualificazione di strutture, alla riqualificazione urbana, alla conservazione e al restauro del patrimonio edilizio e degli spazi verdi». Tra gli interventi previsti e dunque potenzialmente finanziabili, la rimozione dai centri storici di elementi non originari e la realizzazione di opere che contribuiscono alla migliore fruibilità di beni storici, artistici e sociali. Sono stati presi in considerazione anche strumenti urbanistici ed edilizi in coerenza con queste richieste come il piano del colore, l’interramento di cavi aerei, la cablatura delle reti, la mimetizzazione delle antenne, la sostituzione d’infissi e di elementi metallici non confacenti alla storia e all’identità urbanistica dei luoghi. In tempi di bilanci comunali sempre più risicati, queste nuove modalità consorziali diventano fondamentali per la sopravvivenza di questi piccoli centri che puntano sul turismo di qualità per attrarre investimenti e risollevare le economie provate da mancanze di risorse. «Gli interventi – propone il documento – devono essere realizzati utilizzando, per quanto possibile, tecniche storiche di lavorazione». Ciò che i 13 comuni firmatari del documento chiedono alla Regione Puglia è, «nell’assegnazione dei contributi su interventi finanziati da leggi di settore in campo ambientale, turistico, storico, culturale e sociale», di attribuire «un punteggio di priorità ai comuni riconosciuti come borghi storici che hanno presentato domanda di finanziamento nei relativi bandi».


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