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Palermo chiede più qualità
Aree urbane - E' necessario selezionare la classe politica guardando al merito e pensare al futuro con responsabilità

Appare opportuno oggi tentare di delineare un identikit di una prossima dirigenza politica di Palermo, di suggerire un possibile programma in tema di qualità della vita e bene comune. La classifica annuale sulla Qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore confina stabilmente la quinta città d’Italia per popolazione nella umiliante posizione di coda in classifica. Tutto dipende dalla qualità degli individui. Palermo deve essere amministrata dai migliori selezionati in base al merito ed è indispensabile che il leader sia uomo di riconosciute qualità, capace di contornarsi di una squadra di “eccellenti”, di parlare alle giovani generazioni; che sia paziente ma anche capace di portare a realizzazione le proprie determinazioni in tempi congrui; che rinunci esplicitamente a negoziare la raccolta del consenso con i rappresentanti noti o mimetizzati della criminalità organizzata; che proponga un programma scandito in tappe e che la cornice del programma consista nella aggiornata proposizione di un patto sociale civico. Indispensabile che il Leader sappia contribuire a restaurare l’autorità della legge e delle Istituzioni, a reprimere le manifestazioni plateali di illegalità minore diffusa; si impegni a tendere all’eliminazione delle “intermediazioni improprie”, a combattere, nei limiti della propria competenza, evasione fiscale, contributiva e lavoro sommerso, anche in chiave di promozione della concorrenza; ad accettare di iniziare un percorso rigorosamente controllato di bonifica amministrativa; sia soggetto di tali qualità e virtù, dimensione etica che consentano di confrontarsi quotidianamente con la realtà; si senta gratificato dalla prospettiva di affrontare i problemi della città avendo vicinanza e coinvolgimento quali parole chiave di un nuovo impegno politico ed amministrativo; che abbia voglia di gestire il suo ruolo per venire incontro alle esigenze degli ultimi della città; che si impegni ad operare per scardinare l’intreccio perverso tra controllori e controllati. Ecco poi, secondo me, sei mosse pragmatiche: stimolare istruzione, educazione, formazione azione e poi ricerca, innovazione, incremento della produttività e della competitività; necessario far divenire Palermo un territorio dove si producano idee e non solo manufatti; propugnare liberalizzazioni, semplificazioni, concorrenza trasparente; focalizzarsi su alcuni temi fra i quali i servizi alla persona; il turismo congressuale, sportivo, religioso, della terza età; la logistica; l’agro alimentare; la tecnologia di frontiera. E poi: realizzare le indispensabili opere infrastrutturali in regime di Project Financing anche in funzione della creazione del lavoro nel territorio; utilizzare il lavoro quale strumento della compressione dell’illegalità; utilizzare la compressione dell’illegalità per ottenere il consenso sul proprio operato e l’attrattività del territorio agli investimenti esogeni; alimentare questo circolo virtuoso; razionalizzare i meccanismi di spesa, partendo dalla compressione delle intermediazioni improprie; far leva su fattori creativi ed immateriali per promuovere una nuova immagine della città, attrarre artisti, giovani professionisti e imprenditori innovativi, adottando politiche culturali diffuse; collegare il patrimonio artistico alla nuova sfida dell’economia della conoscenza; mettere in rete la politica del turismo, della cultura e dell’attrazione degli investimenti.


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