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Candidati «rosa»: il rischio dello spot
Le elezioni amministrative/2

Uno spot elettorale o un reale cambiamento politico? Le donne sono diventate campo di battaglia a suon di dichiarazioni, iniziative e promesse. La moda dilaga dalle grandi città ai comuni minori. «La vogliamo capitale delle donne» si legge sui manifesti a Torino, e in giro per l’Italia «Con noi le donne vincono» oppure «Donne, il profilo migliore dell’Italia». Non mancano poi gli eventi organizzati ad hoc: nella sola Milano c’è stata la cena per mille donne del candidato sindaco Letizia Moratti con il collegamento telefonico con il premier e «Pisapia&the City. La Milano delle donne» al Teatro Litta per il candidato del Pd. Tutte iniziative volte a catturare il voto femminile. Non mancano poi i proclami post elettorali: nelle giunte ci saranno più donne, qualche candidato ha promesso addirittura la parità di genere. Il pericolo, però, è che restino solo spot elettorali. Forse il cambiamento dovrebbe uscire dalle urne. Alle amministrative si può votare il singolo candidato oltre alla lista. Che le donne allora scelgano le donne, indipendentemente dallo schieramento politico, e diano un segnale ai politici. Se la spinta arriva dagli elettori, forse, sarà più difficile ignorarla.


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