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Per l'inesigibilità arriva una valanga di controlli
Riscossione - Il milleproroghe non ha rinviato i termini: superlavoro in vista

Nel milleproroghe 2011 non ha più trovato posto il rinvio del termine per la presentazione, da parte degli agenti della riscossione, appartenenti a Equitalia, agli enti impositori, delle comunicazioni di inesigibilità delle entrate iscritte a ruolo per essere riscosse. Restano così fissate le date prorogate dall’articolo 1, commi 12 e 13, del milleproroghe 2010. Per tutte le quote iscritte in ruoli consegnati sino al 30 settembre 2008 a tutti gli agenti della riscossione, con esclusione degli ambiti di Viterbo e Avellino, le comunicazioni di inesigibilità dovranno essere presentate entro il 30 settembre 2011. Pertanto i termini per il controllo sulla correttezza dell’attività di riscossione da parte degli enti impositori per gli stessi ruoli resta fissato al 1° ottobre 2014. Modalità e termini per il discarico per inesigibilità delle quote iscritte a ruolo sono fissati dagli articoli 19 e 20 del Dlgs 112/99. La norma prevede che la comunicazione di inesigibilità debba essere presentata dal concessionario/agente della riscossione entro il terzo anno successivo alla consegna del ruolo, e che l’attività di controllo da parte dell’ente impositore si deve concludere entro tre anni dalla presentazione della comunicazione di inesigibilità. Il termine riguarda solo la presentazione di una comunicazione iniziale, che « è soggetta a successiva integrazione se, alla data della sua presentazione, le procedure esecutive sono ancora in corso per causa non imputabile al concessionario». Questi termini sono stati più volte rinviati sino alla scadenza del prossimo 30 settembre. Se appare positivo che si sia posto un termine al continuo rinvio della scadenza, occorre sottolineare che gli enti impositori saranno costretti nel prossimo triennio a esaminare tutte le comunicazioni di inesigibilità, nel frattempo divenute “definitive”, accumulate nel corso di questi anni. Non è dato di sapere se Equitalia abbia un dato della portata, in numeri e importi, delle quote che debbono essere discaricate e di quelle le cui procedure sono ancora in corso. Dal 1° ottobre 2011 riprenderà poi il regime normale, per cui cominceranno ad affluire presso gli enti impositori le comunicazioni in scadenza triennale e quelle che da “iniziali” diventano “definitive”, per cui nel prossimo triennio il carico rischia di diventare enorme. Si tratta infatti di prendere in esame tutte le comunicazioni diventate “definitive” riguardanti le quote contenute nei ruoli presentati dopo i Dlgs 46/99 e 112/99 sino al 30 settembre 2008 e con l’eventualità per gli enti locali, ove non siano già state presentate le relative domande di discarico o non abbiano aderito alla sanatoria prevista dagli articoli 60 e 61 del Dlgs 112/99, di dover controllare anche quote riferite a ruoli presentati dopo la riforma introdotta dal Dpr 43/88. Continue proroghe di termini, che sarebbe troppo laborioso ricostruire, non hanno mai determinato una scadenza per la presentazione delle domande di discarico prima e delle comunicazioni di discarico poi. Le criticità sono due. La prima riguarda il fatto che le informazioni fornite con le comunicazioni di discarico non consentono un controllo agile e organizzato dell’attività svolta dall’agente. Ciò rende impossibile un controllo efficace, anche a campione, da parte degli enti locali. La seconda riguarda l’impatto per i Comuni che potrà avere, al termine del triennio, l’obbligo di cancellare dal bilancio tutti i residui passivi riguardanti le quote dichiarate inesigibili. Anche se molti Comuni hanno cancellato una buona parte dei residui accumulati negli anni o creato fondi svalutazione crediti, la sensazione è che per molti sorgeranno non pochi problemi in quanto non sono in grado oggi di sapere l’entità dei crediti che saranno costretti a cancellare, con tutte le conseguenze del caso. Quindi sarebbe necessario che Equitalia consentisse ai Comuni di poter avere tutti i dati necessari per controllare l’attività di riscossione e di poter effettuare estrazioni ed elaborazioni degli stessi, valutando l’opportunità di un intervento normativo che consenta di chiudere la vicenda e che salvaguardi tuttavia i bilanci dei Comuni.


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