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Decreto sviluppo, i rilievi del Colle
Le misure per la crescita - Le ultime modifiche al testo

Il decreto sviluppo è giunto al Quirinale per la firma del presidente della Repubblica, che in questo caso formalmente si configura come l’autorizzazione alla promulgazione del provvedimento, dopo aver verificato l’aderenza al dettato costituzionale e l’omogeneità delle misure in esso contenute. L’esame come di consueto è rigoroso e scrupoloso e, stando alle indiscrezioni circolate ieri, prelude con ogni probabilità alla richiesta di modifica di alcuni punti del decreto.
In primo luogo, nel mirino del tecnici del Colle vi sarebbe la contestata norma che prevede l’attribuzione di un diritto di superficie ai privati sulle coste per 90 anni. Misura sulla quale la Commissione europea ha già avanzato una serie di perplessità preliminari, peraltro a livello informale e sulla base delle prime informazioni disponibili. Il dispositivo del decreto supera di fatto l’attuale regime sulle concessioni balneari, sul quale Bruxelles ha avviato una procedura d’infrazione per violazione della direttiva Bolkestein del 2006 sulla liberalizzazione dei servizi. Dagli uffici del commissario al Mercato interno Michel Barnier sono giunte richieste di chiarimenti da parte del governo, che potrebbero arrivare nei prossimi giorni.
Chiarimenti che ora sarebbero chiesti anche dal Quirinale. Misura da riscrivere, in sostanza. Ma l’esame dell’ufficio giuridico della presidenza della Repubblica avrebbe evidenziato anche altre criticità nel decreto. Alcune misure del pacchetto Brunetta potrebbero, tra le altre, non rispondere ai requisiti di straordinaria necessità e urgenza previsti per i decreti legge.
Non è certo in discussione la firma di Giorgio Napolitano su un provvedimento che nasce all’insegna della semplificazione e dunque non può che essere per larga parte condivisibile. Si tratta se mai di apportare gli opportuni correttivi, che eviterebbero peraltro un pronunciamento negativo del Colle sul testo che tra due mesi verrà sottoposto alla firma definitiva del presidente della Repubblica. È in corso un supplemento di istruttoria, in poche parole. Non è la prima volta che accade e probabilmente non sarà l’ultima. La vigilanza del Colle del resto su questo aspetto è assoluta, soprattutto per quel che riguarda le modifiche che interverranno nel corso dell’esame parlamentare. Con l’ultima missiva recapitata a governo e presidenti di Camera e Senato in occasione del decreto milleproroghe, si è di fatto posto un limite implicito alla emendabilità dei decreti.
L’impegno assunto dal governo e dai capigruppo è di attenersi al criterio di una «sostanziale inemendabilità dei decreti-legge». Nel caso del milleproroghe, provvedimento omnibus che lo stesso Capo dello Stato assimilò a una finanziaria sotto mentite spoglie, Napolitano ottenne correzioni significative al testo.
Per il decreto sviluppo siamo ancora nella fase preliminare, in quella sorta di «zona grigia» che va dall’approvazione formale del testo da parte del Consiglio dei ministri (giovedì scorso), l’invio al Quirinale e la promulgazione. In altri casi si è trattato di un vero e proprio stop, come quello imposto alla prima versione del decreto legislativo sul fisco comunale, varato dal governo nonostante il pronunciamento negativo della “bicameralina” sul federalismo fiscale. Il successivo testo, varato in conformità con il dispositivo della legge delega, è stato poi ratificato in via definitiva da Napolitano.
Difficile prevedere i tempi di questo supplemento di istruttoria, che comunque dovrebbero essere brevi. La fitta agenda di impegni concentrati nella giornata di oggi, a partire dalla conferenza stampa con la delegazione del Fondo monetario internazionale, ha peraltro causato lo slittamento del “seminario” organizzato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel pomeriggio con i giornalisti per l’illustrazione dei contenuti del provvedimento.

COSA PREVEDE LA NORMA SULLE CONCESSIONI BALNEARI
Quando si può far valere il diritto di superficie
Il diritto di superficie si costituisce sugli arenili non edificati. Sono sempre escluse le spiagge e le scogliere.
Il diritto di superficie si può far valere anche sulle aree occupate da strutture preesistenti al decreto.
Il nuovo diritto ha una durata di 90 anni e si mantiene col pagamento di un corrispettivo annuo calcolato dal Demanio sulla base dei valori di mercato. È previsto l’obbligo di emersione delle strutture già esistenti non accatastate
Perde il diritto di superficie il soggetto che non risulta in regola con i versamenti contributivi o che non è in linea con il nuovo studio di settore che verrà rielaborato dall’amministrazione finanziaria.
È inoltre prevista la possibilità di istituire nei territori costieri, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri previa intesa con le Regioni interessate, i distretti turistico-alberghieri con gli obiettivi di riqualificare e rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale


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