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Il bonus assunzioni vale 500 milioni per 42.300 lavoratori
Il decreto sviluppo - Le modifiche al testo

ROMA – Il bonus assunzioni al Sud potrà costare complessivamente 500 milioni di euro, che le imprese potranno utilizzare in compensazione nei prossimi tre anni e mezzo (2011-2014). È quanto emerge dalla relazione tecnica al decreto legge sviluppo messa a punto dalla Ragioneria generale dello Stato (Rgs). E dal prospetto finale arriva la conferma che il decreto per il rilancio dello sviluppo è un provvedimento a “saldo zero”, in termini sia di fabbisogno sia di indebitamento netto. Nella stessa tabella riepilogativa, però, non c’è traccia, dei 500 milioni per il credito d’imposta al Mezzogiorno. Con tutta probabilità l’assenza è data dal fatto che le risorse necessarie andranno individuate, previo assenso della Commissione Europea, nell’utilizzo delle somme nazionali e comunitarie del Fondo sociale europeo e del Fondo Europeo di sviluppo regionale. La Ragioneria – pur sottolineando a chiare lettere che la stima delle quantificazioni del credito d’imposta per le assunzioni nelle regioni del Mezzogiorno presenta più di una difficoltà, in quanto le variabili che possono influire sono legate sia alle scelte delle singole imprese ad assumere, sia dalla congiuntura – poggia i suoi calcoli sugli effetti prodotti nell’ultimo triennio dal cuneo fiscale. Il nuovo credito d’imposta e la deduzione base ai ai fini Irap, secondo la Ragioneria, presenterebbero infatti le stesse modalità di utilizzo. Potenzialmente, dunque, il nuovo bonus assunzioni al Sud potrebbe produrre un incremento occupazionale nel Mezzogiorno simile a quello del cuneo e dunque pari a 42.300 unità con un costo salariale pari a 817 milioni di euro. Il che, se rapportato alla detassazione del 50% ora riconosciuta per le assunzioni al Sud, potrebbe generare un credito d’imposta per ogni singola assunzione nell’ordine di oltre 9.600 euro annui. Nella quota dei 42.300 potenziali neo-assunti, sempre secondo la relazione tecnica, almeno 11.421 potrebbero essere i cosiddetti lavoratori «molto svantaggiati» tra cui rientrerebbero, secondo la definizione del regolamento Cee 800/08, i lavoratori in cerca di occupazione da oltre 24 mesi. Questi lavoratori potenzialmente interessati al credito d’imposta, secondo la Rgs, sarebbero pari al 50% del rapporto tra le persone in cerca di occupazione da 12 mesi o oltre nel Mezzogiorno rispetto a tutte le persone in cerca di occupazione al Sud, che secondo i dati Istat sarebbe pari al 54 per cento. Per la copertura delle risorse, come detto si punta ai diritto ai Fondi europei, ma in caso di scostamenti la relazione ricorda che per mantenere l’invarianza dei saldi si provvederà al taglio della dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas). Sul finanziamento ai progetti di ricerca la reazione tecnica quantifica in 236 milioni la stima del credito d’imposta per il 2011 e in 248 milioni per gli investimenti del 2012. Risorse che saranno spendibili in tre quote annuali. Per gli investimenti 2011, inoltre, occorre considerare che la fruibilità del credito d’imposta sarà limitata solo su una parte dell’anno che la Ragioneria stima in 55 milioni di euro, con la quota incapiente che sarà compensata integralmente nel 2012. A garantire la disponibilità delle risorse interverrà per almeno 100 milioni il definanziamento del voucher fiscale introdotto dalla legge di stabilità e ora soppresso con il nuovo credito d’imposta del decreto sviluppo. Per la parte restante e la copertura continua del bonus c’è poi la clausola di salvaguardia, che consiste nel taglio lineare delle spese rimodulabili dei singoli ministeri. Saranno esclusi da queste ulteriori riduzioni il 5 per mille Irpef, il Fus e il fondo ordinario delle università.


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