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Tra i professionisti solo il 36% di adesioni
Gli albi - Come hanno risposto le categorie

Non è bastato certo l’obbligo stabilito da una norma a far sì che la posta elettronica certificata facesse breccia nel mondo delle professioni. A un anno e mezzo dalla scadenza stabilita dall’articolo 16 del decreto legge 185/2008, convertito dalla legge 2/2009, che ha imposto agli iscritti a un albo di comunicare, entro fine novembre 2009, la casella di Pec all’ordine di appartenenza, la diffusione della mail certificata tra i professionisti va avanti a rilento. Infatti, ad aver attivato la Pec sono, mediamente, solo il 36% degli iscritti a ordini e collegi. Certo, la situazione varia da categoria a categoria. I notai, per esempio, hanno praticamente detto addio alla carta, perché ogni professionista ha una casella di posta certificata, che utilizza sia per le comunicazioni istituzionali con l’ordine sia nell’attività quotidiana (per esempio, i rapporti con le Camere di commercio). Anche gli assistenti sociali dichiarano una completa diffusione della mail certificata, che è a disposizione di tutti i 37mila iscritti. Dottori commercialisti e consulenti del lavoro superano il 90% di Pec attivate, seguiti da attuari e geometri, che viaggiano sul 70 per cento. Di contro, la mail certificata ha avuto poca presa tra medici, biologi e agrotecnici, dove solo poco più del 10% degli iscritti ne è in possesso. E nessuna sugli infermieri (zero caselle attivate). Si può intuire, però, che, al di là dell’obbligo normativo, la mail certificata sia più diffusa laddove è il tipo di attività a richiedere un tale strumento. Medici, biologi e infermieri, per esempio, sembrerebbero avere poca necessità di una Pec per le attività quotidiane. Come spiega Gabriele Peperoni, segretario nazionale della federazione dei medici chirurghi e odontoiatri: «Se la posta certificata non decolla è perché non sappiamo esattamente che farci». Il problema, secondo alcuni, è che le stesse pubbliche amministrazioni risultano spesso impreparate. Come nel caso degli architetti: la Pa, infatti, potrebbe usare la raccomandata elettronica nelle procedure di gara. Ma, come sottolineano al consiglio nazionale degli architetti, quasi nessuno lo fa. La situazione potrebbe cambiare quando DigiPa metterà a disposizione degli uffici pubblici un’area riservata da cui attingere gli indirizzi di Pec dei professionisti. Un passaggio che discende sempre dalla normativa del 2008 e che si sta lentamente concretizzando. Manca, però, un tassello normativo, che deve consentire ai consigli nazionali di ricevere gli aggiornamenti sulle Pec attivate presso gli ordini provinciali, dati poi da girare a DigiPa in modo che le pubbliche amministrazioni possano attingere a un database sempre aggiornato. Un discorso a parte meritano gli avvocati. Secondo le stime di Carlo Allorio, coordinatore della commissione informatica del consiglio nazionale forense, almeno il 37% dei legali è dotato di posta elettronica certificata. Viene, però, usata da una percentuale molto bassa di iscritti. E non solo per la mancanza di situazioni in cui utilizzarla (anche se tra poco il processo telematico aprirà alle Pec “normali”; si veda l’articolo sotto), ma anche perché, afferma Allorio, «le comunicazioni tra avvocati, per tradizione, non avvengono mai per raccomandata. Sarebbe un segno di sfiducia. Quindi, non è educato nemmeno usare la posta certificata».


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