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Crescono gli hotspot della Pa
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Continua a crescere il progetto Free Italia Wi-Fi, la rete unica Wi-Fi della Pubblica amministrazione. Ora coinvolge, oltre ai tre fondatori (Provincia di Roma, Comune di Venezia e Regione Sardegna), anche le Province di Potenza, Pesaro e Urbino, Cosenza, Pistoia, Prato, Trapani, Gorizia, Grosseto e il Comune di Bra. Per altre cinque amministrazioni sono in corso le procedure amministrative di sottoscrizione del protocollo d’intesa. Gli utenti possono connettersi con un singolo account alla rete unica (basata su un sistema di Virtual private network), nelle varie città. Il network conta ora 985 hotspot pubblici attivi (quasi tutti gratuiti) e 117mila utenti iscritti. Il progetto mira a diffondere in due modi il Wi-Fi: facilitando l’accesso e moltiplicando il numero di reti. Free Italia Wi-Fi offre infatti anche un kit open source che dovrebbe aiutare le Pa a creare proprie reti Wi-Fi con minori costi e tempo. Il progetto ha avuto anche la fortuna di partire nell’anno in cui sono scaduti i limiti del decreto Pisanu. Nonostante gli annunci, il ministero dell’Interno non li ha ancora rimpiazzati con nuove regole. Il Wi-Fi pubblico è ormai di moda nei proclami politici, tanto che il ministro della Pa e dell’innovazione Renato Brunetta promette 10mila scuole coperte entro il 2012. C’è comunque dibattito: alcuni operatori sostengono che il Wi-Fi della Pa sia concorrenza sleale alle loro offerte banda larga; e il Consiglio d’Europa invita alla prudenza, per motivi salutistici, nell’esporre i bambini alle onde di cellulari e Wi-Fi.


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