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Fabbisogni standard, fase due
Sose dà disco verde ai cinque nuovi questionari indirizzati a comuni, unioni e province

Dopo polizia locale e anagrafe, la determinazione dei fabbisogni standard di comuni e province passa alla fase due. E questa volta sotto i raggi X finiranno le funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo, compresi gli uffici tributi e gli uffici tecnici. La Sose, la società pubblica che elabora gli studi di settore a cui i decreti attuativi del federalismo (in primis il dlgs n.216/2010) hanno assegnato anche il compito di fissare i nuovi parametri di finanziamento degli enti locali, da oggi metterà online sul proprio portale, i cinque nuovi questionari elaborati in collaborazione con Ifel e Upi. Quattro riguardano i comuni e le unioni di comuni, mentre un solo questionario dovrà essere compilato dalle amministrazioni provinciali. Gli enti (esclusi quelli delle regioni a statuto speciale e delle province autonome) potranno portarsi avanti e iniziare a visionare la documentazione accedendo al portale della Sose attraverso le credenziali di cui sono già in possesso. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale partirà poi ufficialmente il timing di 60 giorni per restituirli a Sose debitamente compilati. Dei singoli settori verrà passato al setaccio tutto o quasi. Si dovrà comunicare se il servizio è gestito dai comuni autonomamente o in forma associata, quanti sono i dirigenti che vi lavorano, quanti i dipendenti assunti e con quali tipologie contrattuali, il numero dei locali e delle postazioni per ricevere il pubblico, il parco veicoli, le ore di apertura del servizio, i tributi gestiti e in quali forme (gestione diretta, esterna o mista). Per ciascun balzello locale (Tarsu/Tia, Ici, imposta sulla pubblicità, Cosap/Tosap, affissioni, servizi a domanda individuale) nei questionari bisognerà indicare il numero di cartelle e avvisi di accertamento emessi e quanti sono stati rettificati o impugnati dai contribuenti. Ma, soprattutto, i comuni dovranno accendere i riflettori su quanto incamerato dalle tasse locali, indicando con chiarezza quanto è stato incassato grazie ai controlli messi in campo e quanto grazie al recupero dell’evasione fiscale. Completa il quadro l’elenco dettagliato delle entrate e delle spese e l’indicazione delle esternalizzazioni. I dati da indicare, precisa la Sose, saranno quelli relativi al 2009. I questionari sugli uffici tecnici, invece, scatteranno una fotografia sulle infrastrutture sottoposte a manutenzione dai sindaci. Strade, scuole, aree verdi, teatri, cimiteri, uffici giudiziari, piazze, fontane, mercati, impianti sportivi, parcheggi, nulla sfuggirà all’occhio attento della società guidata da Giampiero Brunello. A cui andranno contestualmente comunicati anche i dati sul personale impiegato, sulle gare bandite e sugli affidamenti diretti. Non solo. Ampio spazio viene dato alle procedure edilizie con la richiesta di fornire informazioni dettagliate sui permessi di costruire rilasciati, sulle Dia e Scia sottoposte ad istruttoria, nonché sugli atti catastali (aggiornamenti e visure). Per venire incontro alle richieste di chiarimenti degli enti locali Sose e Ifel hanno predisposto un servizio di assistenza tecnica tramite call center, attivo dal lunedì al venerdì, con due diverse linee dedicate: una per comuni e unioni (al numero 06-88816323) e un’altra per le province (06-508311). Ulteriori problematiche riscontrate nella compilazione potranno essere segnalate scrivendo all’indirizzo mail fabbisognistandard@sose.it. Patto di stabilità. Come anticipato su ItaliaOggi del 24/5/2011, sulla Gazzetta Ufficiale n.120 di ieri è stato pubblicato il dpcm 23 marzo 2011 che ha finalmente ufficializzato gli sconti di cui comuni e province potranno godere per alleggerire gli obiettivi del patto di stabilità 2011. Il dpcm ha individuato tre percentuali di salvaguardia (in base alla fascia demografica) oltre le quali la manovra non potrà andare. Da 5.000 a 10.000 abitanti l’obiettivo in valore assoluto non potrà essere superiore al 5,4% della spesa corrente media triennale, da 10.000 a 200.000 il limite è fissato al 7%, mentre per i comuni sopra i 200.000 si applicherà una percentuale del 10,5%. Nel saldo finanziario calcolato in termini di competenza mista, rilevante ai fini del Patto saranno considerate le entrate originate dalla cessione di azioni o quote delle società di utility, nonchè quelle derivanti dalla distribuzione dei dividendi determinati da operazioni straordinarie delle partecipate quotate in Borsa.


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