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Lo sconto sul patto premia 24 Province
Enti locali. Gli effetti del Dpcm che rivede i vincoli di finanza pubblica

MILANO – Sono 24 Province, due al Nord, una nel Lazio e le altre nel Mezzogiorno, a pescare il jolly dello «sconto» sul Patto di stabilità introdotto con il Dpcm che rivede i vincoli di finanza pubblica per gli enti locali, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri. Oltre a introdurre la «clausola di salvaguardia» per i Comuni, che impedisce agli obiettivi imposti dal Patto di stabilità di superare un tetto calcolato in rapporto alla spesa corrente, il Dpcm distribuisce infatti 40 milioni alle Province più colpite dai tagli ai trasferimenti previsti dalla manovra estiva dello scorso anno (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Per accedere allo sconto, secondo la formula curiosa individuata dal legislatore, occorre aver ricevuto un taglio ai trasferimenti superiore al 7% della spesa corrente media registrata nei tre anni che vanno dal 2006 al 2008. Il requisito “premia” le amministrazioni che hanno avuto spese più contenute, mentre il meccanismo che presiede alla distribuzione dei premi, e che rappresenta la parte più “originale” della norma, assegna agli enti interessati uno sconto proporzionale alla superficie e al numero di abitanti. Per individuare il bonus, in termini di somme da detrarre dall’obiettivo imposto dal Patto, bisogna infatti effettuare due calcoli: moltiplicare la popolazione per 1,963 e la superficie in chilometri quadrati per 248. Il numero che si ottiene dalla somma dei due valori è pari allo sconto, che va sottratto all’obiettivo originario per individuare il target corretto del Patto di stabilità 2011. I moltiplicatori servono a spalmare il beneficio in relazione con abitanti ed estensione del territorio amministrato, ma non rende il bonus proporzionale al taglio subito. La sforbiciata più pesante, in rapporto alla spesa corrente, è stata infatti subita dalla Provincia di Isernia, che però è solo terza nella classifica del beneficio, preceduta da Vibo Valentia e Catanzaro. Si tratta comunque di dettagli: per le Province che rientrano nel meccanismo la riduzione dell’obiettivo è consistente, solo Genova ottiene un mini-bonus pari al 13% del taglio subito nei trasferimenti, tutti gli altri superano il 50% e in quattro casi si sfora addirittura l’80 per cento. Va ricordato che la stretta agli assegni statali era già stata “sterilizzata” nel calcolo degli obiettivi, per cui il bonus è una spinta che si aggiunge e semplifica l’obbligo di fare i conti con il Patto di stabilità. La 25esima Provincia che ottiene una spinta dal Dpcm sugli enti locali è quella di Milano, perché il decreto sblocca la dote collegata a Expo: per l’ente presieduto da Guido Podestà si tratta di 20 milioni di euro, mentre a Palazzo Marino finiscono 110 milioni, utili per coprire lo sforzo finanziario di quest’anno delle opere infrastrutturali legate alla manifestazione del 2015


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