MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Conti pubblici, svolta in due tempi
Pa. Martedì via libera definitivo al decreto sul «piano integrato» - Preventivi triennali per l'amministrazione centrale

MILANO – La riforma della contabilità pubblica si sdoppia. Il decreto legislativo sul piano integrato dei conti, che attua una parte della delega data al Governo dalla legge 196/2009, ha superato l’esame delle commissioni parlamentari ed è pronto a sbarcare per il via libera definitivo al prossimo consiglio, che si terrà martedì 31 maggio proprio per non sforare i termini della delega. Per la stessa ragione il bilancio consolidato delle Pubbliche amministrazioni, su cui finora non si è trovato l’accordo, entra nello stesso decreto, ma viene affidato a un regolamento che l’Economia dovrà scrivere entro marzo 2012, cioè 180 giorni dopo l’entrata in vigore del Dlgs sul piano integrato previsto per il 1° settembre. Il decreto esce dall’esame parlamentare confermato nel l’impianto approvato in prima lettura il 15 aprile scorso, ma con qualche correzione importante. In pratica, dal 2014 ogni Pa centrale dovrà abbandonare i vecchi bilanci, incompatibili con i criteri europei di verifica della finanza pubblica, per scrivere un piano integrato dei conti, in cui si codifica e si rende tracciabile ogni «transazione elementare», cioè qualsiasi operazione fatta da un funzionario per realizzare un programma specifico. Di ogni transazione vengono registrati gli effetti economici, finanziari e patrimoniali, secondo un modello che supera il tradizionale sistema finanziario degli enti pubblici e assorbe parametri della contabilità economico-aziendale. Il tutto serve per aumentare la trasparenza dei bilanci pubblici (ogni Pa dovrà pubblicare il piano integrato sul proprio sito), e per capire meglio gli effetti reali delle scelte amministrative sulle dinamiche di spesa e debito pubblico. Le novità più importanti rispetto al testo approvato ad aprile dal Governo arrivano per armonizzare la disciplina della Pa centrale con quella di Regioni, sanità ed enti locali, riscritta dal settimo decreto legislativo attuativo del federalismo fiscale su cui la bicamerale dovrà esprimere il parere entro giovedì prossimo. A questa esigenza rispondono due correzioni, chieste dalle commissioni parlamentari come condizione per il via libera: l’obbligo di scrivere bilanci preventivi con un orizzonte triennale, come già fanno Comuni e Province, e il nuovo principio della competenza finanziaria. Dietro a quest’ultimo tecnicismo si nasconde un fattore essenziale di efficacia dei bilanci. La correzione chiede di imputare entrate (accertamenti) e spese (impegni) nell’anno in cui vengono a scadenza e producono effettivi incassi e pagamenti. Questo meccanismo, che a questo punto dovrebbe tornare anche nelle regole per gli enti locali, nasce per impedire di far quadrare i conti iscrivendo poste dubbie. Per il bilancio consolidato, che unisce i conti delle Pa con quelli di enti e aziende da loro controllate, arrivano invece i tempi supplementari. Dovrà essere un decreto dell’Economia a fissarne le regole, individuando anche uno schema tipo.


www.lagazzettadeglientilocali.it