MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Speriamo in giunte meno affollate da politici di mestiere
Nelle statistiche sono «professioni non altrimenti classificabili»

Nel 1987 a Roma, Nicola Signorello, sindaco regnante, guidava un Consiglio comunale composto da una settantina di membri. Rileggere adesso i nomi di quei rappresentanti provoca un turbine di memorie, consapevolezze, appercezioni di quale fosse allora l’iter formativo di quella che gli inglesi chiamano la Rulig class, la classe politica che governa le sorti di un Paese, di come l’evoluzione delle forme di governo degli enti locali nulla abbia inciso sul loro snellimento, di come vi siano schiatte ereditarie o membri perenni e imperituri. In quel Consiglio comunale che, in base alle leggi dell’epoca eleggeva nel suo seno il sindaco e gli assessori e che partecipava a pieno titolo nel processo decisionale dell’amministrazione, c’era Pietro Giubilo, poi diventato sindaco, che è passato alla storia come colui che il giorno prima dello scioglimento dell’amministrazione fece approvare 1200 delibere, record imbattuto ed irraggiungibile da qualsiasi altro pubblico amministratore; c’era Walter Veltroni, di cui tutto già sapete, c’era il mitico Renato Nicolini, c’era il sempiternamente combattivo Teodoro Buontempo, c’erano Esterino Montino, Walter Tocci, Alessandro Forlani (figlio di, e somigliante assai, poi senatore e deputato), c’era Pier Luigi Severi, esponente socialista di spicco, poi prosindaco e parlamentare, c’era, e c’è ancora, Alfredo Antoniozzi, ora assessore nella giunta guidata da Alemanno. In tutto i consiglieri, giunta e sindaco compresi, erano una settantina. Adesso, come è noto, Il sindaco eletto si sceglie la sua squadra di giunta al di fuori del consiglio, che resta competente (nel senso che deve dare la sua approvazione) su bilancio, conto consuntivo, piano urbanistico, piano delle opere pubbliche e convenzioni tra gli enti locali. A Roma, con 13 assessori e 57 consiglieri, il conto va in pareggio. Anche nell’attuale Consiglio ci sono nomi prestigiosi, ma di gente che ha un grande passato o, come disse Gassman, un grande futuro dietro le spalle. Siccome siamo tuttavia in un’epoca di piena trasparenza, dal sito Comuni-Italiani.it possiamo sapere le caratteristiche formative e professionali di assessori e consiglieri e magari intuire le qualità della nuova «covata» di governanti che alleviamo in seno (nessun richiamo voluto a locuzioni tradizionali). Coloro che nella vita hanno fatto i politici, quelli contro cui si accaniva Berlusconi prima di diventare membro a pieno titolo della categoria, vengono classificati sotto la voce Categoria/professione come «professioni non altrove classificabili». Tale risulta essere la qualifica sia di Alemanno che di Antoniozzi, cui si aggiungono altri due assessori. Tra i membri della Giunta, una condizione estrosa è quella di Davide Bordoni, alle cui cure sono affidate le Attività Produttive, il Lavoro e il Litorale di Roma Capitale: nato nel 1973 è indicato alla voce Categoria/professione come «persone in cerca di prima occupazione». Lo stesso tragico destino è condiviso da due consiglieri, Luca Gramazio, nato nel 1980 e Lavinia Mennuni, addirittura del 1976. Meno cupa ma inquietante la condizione di Francesco De Micheli (classe 1983) e di Patrizio Bianconi (1975), etichettati come «scolari e studenti». Intorno a costoro, un consiglio con molti imprenditori, moltissimi impiegati, svariati avvocati, alcuni pensionati, un autista, altri tre o quattro politici a tempo pieno e quindi «non classificabili», e solo tre giornalisti pubblicisti, ma due di questi sono Rutelli e Storace, e quindi c’è un po’ di maquillage professionale A Milano, Il consiglio e la Giunta uscente assommavano in tutto a 77 persone. Molto più folta, tra giunta e consiglieri, la presenza di politici a tempo pieno dichiarati, 14, molti più giornalisti, di cui solo uno un po’ anfibio: Matteo Salvini; svariati imprenditori, qualche avvocato, un autista e addirittura un metalmeccanico e un’infermiera, ma anche al nord, pur se con minor forza, la crisi ha colpito e la formazione è lunga, per cui abbiamo un inoccupato cronico, Pierfrancesco Maran, 1980, ancora alla ricerca di una prima occupazione, e Lorenzo Malagola, nato nel 1982, scolaro/studente di lungo (fuori) corso. Aspettiamo ansiosi di sapere quale sarà la classe di governo che ci presenterà la nuova amministrazione, la rulig class de noantri.


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