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Costruttori, via alle opere al Sud
Rilanciata la proposta del piano per far partire gli interventi immediatamente eseguibili

I costruttori chiudono alle mega opere in ritardo con la progettazione e chiedono di cantierare subito le piccole e medie opere. No, dunque, al Ponte sullo Stretto di Messina e all’alta velocità Napoli-Bari, due delle tante mega-opere per le quali la progettazione non è ancora ad un elevato grado di dettaglio. I costruttori dell’Ance chiedono che venga data priorità ad un rapido utilizzo dei fondi Fas per la realizzazione di piccole e medie opere cantierabili. Queste risorse del FAppaltare subito las non sono da utilizzare per la banda larga e per il credito di imposta. Inoltre, è da rivedere il decreto sviluppo sui limiti alle riserve per progetti validati e alle compensazioni; migliorare la progettazione con la conferenza preliminare. Sono questi alcuni dei punti che sono emersi dal convegno Ance di Ischia, che si chiude oggi, dedicato al Piano per il sud e al decreto legge Sviluppo. Per quel che concerne il Piano per il Sud. il vice presidente dell’Ance, anche presidente del Comitato Mezzogiorno dell’associazione di Via Guattani, Angelo De Cesare, ha illustrato a Italia Oggi le posizioni dei costruttori rispetto alla necessità di un rilancio delle infrastrutture nel meridione che pure il Piano per il Sud varato dal governo intende perseguire. Il punto centrale riguarda l’utilizzo dei fondi Fas: «i fondi FAS sono stati utilizzati come un bancomat per tante esigenze, anche valide, adesso però i 30 miliardi dei 53 originariamente previsti non possono essere oggetto di ulteriore rallentamento della spesa». La critica si appunta quindi sulla destinazione dei fondi residui: «Non condividiamo la destinazione dei fondi per la banda larga, per il credito di imposta alle imprese, per poche mega-opere che non hanno ancora raggiunto un livello tale di avanzamento progettuale che ne giustifichi un così ingente investimento (mi riferisco ad esempio al Ponte o all’AV Napoli-Bari). Il rischio è che così si tratti di un’altra operazione per chiudere l’erogazione di fondi per il Sud». La proposta del vice presidente Ance, De Cesare, è dare seguito alla «necessità di riavviare tutte quelle opere, piccole e medie del sud che è destinatario dell’85% dei fondi Fas, le uniche risorse disponibili; abbiamo anche avviato una indagine per verificare sul territorio quali progetti siano in fase di avanzata esecuzione e quali bandi si stanno pubblicando, per chiedere che queste opere siano subito appaltate; le forze parlamentari sono d’accordo, ci attendiamo quindi che Tremonti e Fitto ci vengano incontro». Infine, sul piano delle risorse comunitarie, De Cesare ha auspicato che «a livello comunitario si possano introdurre elementi di flessibilità al patto di stabilità interno per consentire agli enti locali di utilizzare i fondi comunitari». Sul decreto legge sviluppo è invece Riccardo Giustino ad illustrare la posizione dei costruttori evidenziando, oltre alle indubbie positività, anche gli aspetti critici da risolvere: «il divieto di iscrivere riserve per un ammontare complessivo superiore al 20%, desta enormi perplessità e si tradurrebbe nella violazione dei principi previsti negli articoli 24 e 113 della Costituzione; il limite alle riserve per progetti validati vedrebbe l’appaltatore interamente caricato dei danni legati alla progettazione, riconducibili all’amministrazione, al progettista e al validatore; infine il tetto alle compensazioni è del tutto ingiustificato e penalizzante per le imprese». Fra le proposte migliorative del decreto legge l’Ance punta quindi sulla «conferenza preliminare sul progetto che per Giustino rappresenta «utile momento di confronto tra imprese invitate alla gara, il progettista, il validatore, e l’amministrazione, al fine di chiarire incertezze sugli elaborati progettuali e correggere in anticipo eventuali errori e inesattezze, anche per prevenire possibili contenziosi nella fase esecutiva dei lavori». Viene anche proposto di circoscrivere la formula dell’appalto integrato sul progetto preliminare ad affidamenti di importo elevato (ad esempio superiori a 30 milioni di euro), evidenziandone la sua utilità per i casi di effettiva necessità di un apporto progettuale in sede di gara. Infine Giustino propone anche la necessità di individuare con sorteggio, dopo la presentazione delle offerte stesse e prima dell’apertura delle buste, il criterio di determinazione della soglia di anomalia.


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