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Da Verona al Piemonte si studia il ricorso
Le contromosse

Il Comune di Firenze e la Provincia di Pisa l’hanno già fatto. La Regione Toscana ha avviato l’iter. E dietro le quinte, secondo le indiscrezioni, ci sarebbero altri Enti locali che già valutano l’opportunità di percorrere la strada dell’annullamento delle delibere che hanno permesso la stipula di contratti derivati: ci pensa il Comune di Verona, lo ipotizza la Regione Piemonte. Se la sentenza del Consiglio di Stato dovesse stabilire che insieme agli atti amministrativi decadano anche i contratti derivati (si veda articolo a fianco), è ovvio che tanti altri Enti locali seguiranno questa strada per togliersi dalla scarpa il pesante sassolino dei derivati. Già attivo, oltre alla Provincia di Pisa (si veda articolo a fianco), c’è Firenze. Il Capoluogo toscano ha deciso di annullare in autotutela le delibere con cui aveva sottoscritto i derivati con Merrill Lynch, Ubs e Dexia. Il Comune ha fatto anche di più: ha sospeso i pagamenti delle rate. Totale, fino a ora: 9 milioni di euro. Questo è costato al Comune il declassamento del rating, deciso da Moody’s, da “Aa3” a “Aa2”, ma non ha scalfito la sua determinazione. Proprio ieri Dexia ha fatto ricorso, senza però chiedere la sospensiva dell’efficacia del-l’annullamento. Già si possono scorgere le battaglie del futuro. Innanzitutto quella della Regione Toscana: pochi giorni fa ha avviato l’iter per annullare gli atti amministrativi che nel 2002 le consentirono di stipulare una serie di derivati sottostanti i «Galileo bond» emessi per 465 milioni. La battaglia legale è più o meno con le stesse banche: Merrill Lynch, Ubs e Deutsche Bank. E, seguendo le orme di Firenze, anche la Regione ha chiesto agli uffici competenti di valutare «se sia opportuno sospendere in via cautelativa» i pagamenti delle rate. Anche se, sotto sotto, si sta cercando un accordo con le banche. Dietro le quinte si preparano anche altri Enti. C’è la Regione Piemonte che, sebbene non abbia ancora deciso, non esclude a priori la strada dell’autotutela. Il problema, in questo caso, non è solo finanziario ma anche politico: la battaglia legale, oltre che alle solite Merrill Lynch e Dexia, sarebbe anche contro Intesa Sanpaolo, banca storicamente vicina alla Regione. Idem per il Comune di Verona: sta valutando se avviare la stessa battaglia (contro Merrill Lynch e UniCredit), ma ancora nulla è stato deciso.


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