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Stallo politico sul decreto sviluppo
Conti e sviluppo - Le misure del governo

ROMA – Maggioranza senza quorum sul decreto sviluppo. Dopo una giornata trascorsa tra una stanza e l’altra delle due presidenze e poco più di due ore di lavoro sui pareri di relatori e governo agli oltre mille emendamenti ancora tutti da esaminare, alla prima prova di voto la maggioranza ha faticato e non poco a trovare i voti per respingere un emendamento del Pd. Con un 43 pari l’emendamento di Pier Paolo Baretta (Pd) sul credito d’imposta alla ricerca è stato respinto. Immediata la sospensione dei lavori con rinvio dell’esame del provvedimento alle 10 di oggi. A pesare sul confronto parlamentare le tensioni interne della maggioranza, fortemente influenzate dal risultato referendario del quale si sarebbe parlato durante una riunione della presidenza che hanno preceduto la ripresa dei lavori del pomeriggio (le 16 subito dopo i primi dati sulla tornata referendaria). Non può certo passare inosservato il fatto, ad esempio, che alcuni emendamenti degli stessi relatori, Maurizio Fugatti (lega) e Giuseppe Marinello (Pdl) non sono stati ammessi per estraneità della materia. Evento assai raro nel corso dei lavori delle commissioni parlamentari. Senza sostanziali evoluzioni nella serata di ieri, lo stallo politico sta di fatto spingendo il governo a presentare un maxi-emendamento al decreto sviluppo, sul quale poi mettere la questione di fiducia in Aula (l’approdo, calendarizzato per le 15 di domani, potrebbe arrivare senza mandato ai relatori e senza modifiche della com-missione). Come ha spiegato il sottosegretario all’Economia Luigi Casero, dopo la sospensione dei lavori, comunque, «si vedrà domani mattina (oggi, ndr) cosa succede e se verranno risolti tutti i nodi». Tra questi figura anche la riproposizione della Tremonti-Sud. La reintroduzione di un credito d’imposta alle imprese che investono nel Mezzogiorno – chiesta e sostenuta dall’Udc – figura tra gli emendamenti accantonati ed è oggetto di valutazione dell’Economia. Per riattivare il credito d’imposta del 2006 si ricorrerebbe alle disponibilità del Fondo europeo di sviluppo regionale, previo confronto con la Conferenza Stato-regioni. Sul tappeto, in cerca di soluzioni operative restano altri temi caldi: la modifica dello ius variandi, ovvero della possibilità ora concessa dal Dl sviluppo alle banche per modifiche unilaterali delle condizioni dei mutui erogati alle imprese. C’è anche la cancellazione della norma che modifica il Codice della proprietà intellettuale in materia di design e di registrazione dei modelli. Distanze ancora tutte da colmare, invece, sul diritto di superficie delle spiagge dove una parte consistente della maggioranza sostiene e ne chiede lo stralcio. Tra gli emendamenti depositati dai relatori, poi, spiccano anche quello sullo sportello unico, il Sistri e i mutui. Per lo sportello unico la proposta di modifica prevede che i comuni dovranno renderlo operativo entro il prossimo 30 settembre. In caso contrario, il prefetto, dopo la diffida e aver sentito la regione, nominerá un commissario ad acta. Un decreto dei ministri dello Sviluppo economico e della Semplificazione metterá in campo le eventuali misure necessarie per attuare lo sportello unico. Riformulata, poi, la proroga al 1° giugno 2012: riguarderà solo le imprese fino a 10 dipendenti. Sul tappeto anche i nuovi tetti per la rinegoziazione dei mutui per l’acquisto della prima casa: sale a 200.000 euro il limite massimo del prestito a tasso variabile, mentre l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) arriva a 35.000 euro.


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