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La Sardegna accelera sulle fonti rinnovabili
Energia. Piano per portare al 35% entro il 2030 la produzione «green»

MILANO – La Sardegna scrigno verde d’Europa. È ambizioso il progetto del Governatore Ugo Cappellacci, che vuole fare della sua regione la più verde di tutto il continente. Cappellacci queste intenzioni le ha comunicato ieri al direttore generale della Commissione Europea, Pedro Ballestreros. Così, dopo essere stata la prima a dire no al nucleare nella consultazione abbinata alle recenti elezioni amministrative, ieri a Cagliari è stato preso un altro impegno: trasferire i consumi energetici da fonti tradizionali a quelle rinnovabili, ridurre le emissioni di CO2 potenziando la produzione di energia pulita per superare, entro il 2030, la soglia record del 35%. Sono questi gli obiettivi della svolta verde voluta dal governatore che ieri ha firmato il “Patto dei Sindaci”, alla presenza, appunto, del direttore generale della Commissione europea, Ballesteros. Il Patto intende rendere la Sardegna lo scrigno verde d’Europa anche attraverso il sostegno delle autorità locali nell’attuazione di piani per l’abbattimento delle emissioni inquinanti e per la produzione di energie rinnovabili. Gli obiettivi sostenibili del “Patto dei Sindaci” sono al centro del programma “Sardegna Co2. Zero”: il nuovo progetto operativo – coordinato da Andrea Prato – che darà il via ad una vera e propria rivoluzione industriale in Sardegna, con nuove economie e posti di lavoro. Con la sottoscrizione del Patto, la Regione si impegna davanti alla Commissione europea a coinvolgere nel progetto “Sardegna Co2. Zero” i 377 Comuni dell’Isola. Per la realizzazione degli obiettivi energetici, la Regione Sardegna metterà a disposizione delle amministrazioni locali risorse finanziarie in ordine a programmi di informazione sui cittadini, master per creare nuove figure professionali ma anche verso progetti dedicati al contenimento dei consumi energetici fossili e allo sviluppo delle rinnovabili. Ad esempio, un edificio certificato in Classe A utilizza 3 litri di gasolio per riscaldare per un anno un metro quadrato; uno di Classe C brucia, invece, circa 70 litri l’anno, mentre si arriva a oltre 120 per quelli di classe E (fonte Wwf Italia). Da qui il piano “Smart City – comuni in classe A”, rivolto a quei comuni che si impegnano ad andare oltre gli obiettivi stabiliti dalla Commissione e a porre la sostenibilità in cima alle priorità di governo, adottando misure come la riconversione energetica degli immobili pubblici, piani di mobilità elettrica, progetti di edilizia sostenibile, creazione di reti intelligenti. «Proprio per le loro caratteristiche, i territori insulari possono portare avanti con maggiori possibilità di successo le politiche per raggiungere, già entro il 2020, gli obiettivi comunitari per la riduzione delle emissioni di Co2 e di risparmio energetico», ha ricordato Cappellacci alla firma del Patto con i Sindaci. Il Governatore ha aggiunto: «Sardegna Co2.Zero rappresenta una vera e propria svolta nell’economia sarda, una svolta segnata dalla crescita sostenibile dell’isola che coinvolga a rete le principali filiere della nostra economia, a partire dal turismo e dall’agricoltura che, con questo progetto, beneficeranno di una nuova spinta in termini di economia e occupazione». Rispetto invece alla chimica verde, Cappellaci ha concluso che «la Sardegna può essere all’avanguardia nel mondo grazie al progetto della chimica verde di Porto Torres e proprio in queste ore nasce la società tra Eni e Novamont. Non va bene, però, che questa firma avvenga a Milano. La nuova società dovrà avere sede in Sardegna, non è più tempo di scelte calate dall’alto».


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