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Bonus Sud finanziato dal Fesr
Il decreto sviluppo - L'esame in Parlamento

ROMA – Nove per cento appena di spesa. È il dato da cui partire per spiegare le origini e le prossime tappe della misura che rilancia il credito di imposta per investimenti al Mezzogiorno. L’emendamento al Dl sviluppo che rifinanzia la vecchia Tremonti Sud fa esplicito riferimento «ai ritardi» nell’impegno e nella spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale, un grande contenitore che, incluso il cofinanziamento nazionale, per il periodo 2007-2013 vale 35,9 miliardi ma vede impegni e pagamenti fermi, rispettivamente, al 21 e al 9,4% (resoconto della Ragioneria a febbraio 2011). Sarà una piccola dote di questo “tesoretto”, da individuare tra quanto non ancora impiegato, a finanziare la nuova misura. Si potrà solo attingere a quegli “assi” strettamente destinati a misure di sviluppo: il Pon ricerca e competitività a livello nazionale e i singoli programmi a livello regionale. Oltre a Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata (regioni dell’Obiettivo convergenza nella programmazione 2007-2013) sono interessate anche Abruzzo, Molise e Sardegna. Nei mesi scorsi, nel pieno del dibattito sull’incapacità di spesa dei fondi europei da parte dell’Italia, erano circolate ipotesi intorno ai 3 miliardi di euro. Ma nel frattempo parte delle risorse potrebbe essere stata impegnata e soprattutto sono scattate nuove regole su monitoraggio e sanzioni in caso di ritardi fissate dal ministero per i rapporti con le regioni. Per definire dunque con certezza la cifra che potrebbe andare a copertura bisognerà attendere ancora qualche giorno quando sarà ultimata la ricognizione sul target fissato per lo scorso 31 maggio (100% degli impegni stabiliti per i programmi avviati nel 2009). Volgendo invece lo sguardo al passato, si scopre che la vecchia Visco Sud (legge 388/2000) e dopo la legge 296/2006 hanno concesso crediti per 1-1,5 miliardi l’anno (i 4 miliardi del 2008 arrivarono con la riapertura dei termini dopo il 2007). Numeri che, però, si riducono se si considera quanto effettivamente realizzato sul prenotato. Tuttavia, per capire se questi volumi possono essere più o meno replicati, bisognerà attendere il decreto del Mef su limiti di finanziamento per ciascuna regione interessata, durata delle agevolazioni e disposizioni di attuazione coerenti con le procedure dei fondi Ue. Da verificare, tra gli altri punti, quanto il meccanismo sarà vincolante rispetto alla versione precedente. La Tremonti Sud permetteva di usufruire del credito d’imposta per progetti d’investimento nei quali sono ricompresi la realizzazione di un nuovo stabilimento, l’ampliamento di uno esistente, la diversificazione della produzione. Il meccanismo del tutto automatico del credito, originariamente previsto, fu corretto con la legge 129 del 2008 prevedendo alcuni vincoli e limiti per poter governare l’impatto sui conti pubblici. La nuova misura dovrà comunque passare per Bruxelles. La Ue, che sta valutando la copertura tramite fondi comunitari del bonus occupazione, aprirà un’istruttoria separata per gli investimenti. Il negoziato non è semplice perché il credito di imposta va armonizzato ai sistemi di rendicontazione previsti per i fondi comunitari. Ma nell’emendamento presentato da Galletti, Ciccanti e Occhiuto (Udc) e approvato dalle commissioni della Camera, si confida sui nuovi orientamenti europei. In particolare sulle decisioni del Patto Europlus di marzo che dà maggiori margini alla fiscalità di vantaggio prevedendo «strumenti specifici e iniziative comuni ai fini della promozione della produttività nelle regioni in ritardo di sviluppo».


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