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Tra i piccoli enti si fa spazio la chance gestione associata
Le prospettive. Dalle dimensioni ridotte difficoltà ancora più evidenti

In prospettiva, la situazione si presenta certamente non rosea per i Comuni medio-grandi e addirittura proibitiva per le amministrazioni di minori dimensioni. La quasi totalità dei Comuni si rivolge, per la riscossione coattiva di Ici e Tarsu, agli agenti della riscossione del gruppo Equitalia Spa. Dal prossimo gennaio si dovrà trovare un’alternativa. Difficile, se non impossibile, la soluzione legata a un soggetto esterno. Con l’emendamento in discussione gli operatori privati iscritti all’albo si trovano a fare i conti con informazioni e strumenti limitati (si veda anche l’articolo qui sopra). In una situazione di mercato non certamente brillante – con problemi per l’esiguità media degli importi, il numero ridotto di quote poste in riscossione, la gestione dello sportello e dei rapporti con i contribuenti e l’ente impositore, la difficoltà a garantire livelli di risultato e tempistica adeguati – la risposta a eventuali gare per la riscossione coattiva rischia di essere modesta, per non dire completamente nulla. La gestione diretta si scontra con i problemi evidenziati nell’articolo in apertura di pagina e, nel caso specifico, con la difficoltà a reperire o destinare risorse a questo compito. Premesso che non è semplice riuscire a individuare la soluzione migliore a breve termine, i piccoli Comuni si trovano di fronte alla prospettiva di pervenire quanto prima o a una gestione associata, possibilmente coinvolgendo non solo altri Comuni delle stesse dimensioni ma anche uno più grande, che possa fungere da capofila, oppure, dove esiste una realtà di questo genere o si ritiene possibile crearla, di partecipare a un’azienda in house multiente. Il Dl 78/2010 prevede l’obbligo della gestione associata delle funzioni fondamentali per i Comuni sotto i 5mila abitanti, ma fino a oggi non è stato pubblicato il Dpcm che dovrebbe regolamentare il processo e non si è neppure aperto un dibattito tra i soggetti interessati. Il rischio è che si individuino soluzioni burocratiche, che non tengono conto delle specificità locali e dell’esigenza di individuare tra i Comuni quelli in grado di supportare anche gli altri. La gestione associata è un’occasione da non perdere e deve essere gestita con tutta l’attenzione possibile, in quanto potrebbe consentire, da un lato, un notevole risparmio di risorse con l’unificazione delle banche dati, delle procedure, con l’utilizzo di un unico software e una gestione unitaria dei servizi esterni e, dall’altro, il mantenimento del rapporto del contribuente con il proprio Comune a livello di sportello e di informazioni. Inoltre, la necessità di effettuare una scelta su come gestire la riscossione coattiva potrebbe essere l’occasione per progettare e sperimentare anche la gestione associata dei servizi tributari.


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