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Poli del welfare per ispezioni coordinate
Riordino degli uffici territoriali

MILANO – Concentrare in un’unica sede gli uffici provinciali del ministero del Lavoro e degli enti vigilati dallo stesso ministero: Inps, Inail, Inpdap, Enpals, Ipsema (l’Istituto di previdenza dei marittimi) e Enappsmad (ente di previdenza di pittori, scultori, musicisti, scrittori, autori drammatici), dando vita ai «Poli integrati del welfare». È l’obiettivo della riorganizzazione di questi enti dettata dal decreto del ministero del Lavoro del 28 marzo 2011, pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» 140 del 18 giugno. Nelle nuove case del welfare i cittadini dovranno trovare, senza spostarsi da un ufficio all’altro della stessa città, i servizi relativi alle politiche sul lavoro, sociali e previdenziali. Saranno unificati i servizi di back office, i call center, gli uffici delle relazioni con il pubblico. L’obiettivo primario della riorganizzazione è il taglio dei costi: la legge 247/2007 (articolo 1, comma 7) ha previsto che dalla razionalizzazione degli enti previdenziali e assicurativi si arrivasse a un risparmio di 3,5 miliardi in dieci anni. Ciascuna amministrazione coinvolta nella creazione dei poli integrati del welfare dovrà ridurre del 30% le spese di funzionamento, rispetto a quelle complessivamente sostenute per le stesse finalità nell’ultimo triennio. Dovranno essere ridotte anche le spese logistiche, attraverso l’aumento del 40% dell’indice di utilizzazione degli immobili, rispetto agli ultimi tre anni. Il coordinamento delle attività, in ciascun polo integrato del welfare, sarà affidato a un comitato composto dai direttori delle amministrazioni partecipanti, che si riunirà almeno una volta al mese. Fra gli obiettivi della riorganizzazione, c’è anche quello di imprimere un’accelerazione al coordinamento delle attività ispettive, già previsto dal Dlgs 124/2004, e alla condivisione delle rispettive banche dati. Il comitato dei direttori di ciscuna sede dovrà dunque coordinare «iniziative e piani attuativi con azioni congiunte di vigilanza». Le amministrazioni dovranno integrare «le attività istituzionali svolte dai propri professionisti e dai medici, adeguando la programmazione delle attività, i sistemi informativi di supporto e la gestione dei gabinetti medico-diagnostici». Dovrà essere assicurata poi «la piena accessibilità e interazione» delle rispettive banche dati.


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