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Federalismo demaniale per ora solo sulla carta
Attuazione lenta

Federalismo demaniale al palo. A un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo 85/2010 sul decentramento dei beni statali l’attuazione è ancora ferma. Eccetto le “white” e “black list” con i cespiti trasferibili o meno. Lo si è appreso ieri con l’audizione in bicamerale del direttore dell’agenzia del Demanio, Maurizio Prato. Nel ricordare che gli immobili esclusi dal processo sono 2.457 (per un valore di 10,7 miliardi) mentre quelli inclusi 11.860 (2,3 miliardi), Prato ha illustrato lo stato dell’arte categoria per categoria. Partendo dai beni già assegnati dal decreto: demanio marittimo (andrà alle Regioni), idrico (spetterà alle Province) e piccoli aeroporti. Per trasferirli serve un Dpcm (atteso da 6 mesi) con gli esclusi di ogni gruppo. Stesso discorso per la Difesa. Che ha già comunicato quali immobili manterrà e quali no ma ha chiesto tempo sugli alloggi di servizio. E qui il termine per il Dpcm scade il 26 giugno. Sempre ieri è nato il coordinamento nazionale dei consigli delle autonomie locali, guidato dal presidente di Legautonomie Marco Filippeschi.


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