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Il patto regionalizzato redistribuisce i saldi
Bilanci. Vincoli più flessibili

Diventano ufficiali le regole per il patto di stabilità regionalizzato. Nei prossimi giorni sarà pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» il decreto del ministro dell’Economia. Con queste regole si intende la possibilità, disciplinata da ultimo dalla legge di stabilità 2011, di garantire il rispetto del patto su base regionale, bilanciando i differenziali positivi e negativi delle singole amministrazioni. Si prevede inoltre la possibilità che le regioni intervengano con proprie risorse. I benefici sono dati dal fatto che i saldi positivi raggiunti non rimangono inutilizzati, ma consentono di attenuare i vincoli per le altre amministrazioni. Il decreto stabilisce che le singole amministrazioni che intendono concorrere, su base volontaria, alla regionalizzazione del patto comunichino alla regione le proprie previsioni, siano esse positive o negative, mettendo a disposizione risorse o richiedendone. Previsto uno spazio di coordinamento anche a livello provinciale. Per incentivare le amministrazioni che prevedono di conseguire saldi positivi a partecipare alla iniziativa sono previste: l’attenuazione dei loro vincoli nel biennio successivo e la loro esclusione da questa possibilità se non aderiscono alla iniziativa. Da evidenziare che gli enti beneficiari dell’intervento si vedranno, nella stessa misura, peggiorare gli obiettivi nel biennio successivo. Sulla base delle comunicazioni, le regioni provvedono a rimodulare gli obiettivi dei singoli enti, privilegiando le «spese in conto capitale, inderogabili e quelle che incidono positivamente sul sistema economico di riferimento», mentre devono essere escluse le amministrazioni che vogliono realizzare interventi di “spesa corrente discrezionale”. Le regioni, d’intesa con l’Anci e le Unioni delle Province regionali, possano dettare criteri integrativi. La rideterminazione degli obiettivi deve essere effettuata entro il 31 ottobre, termine imperativo entro cui le regioni devono comunicare alle amministrazioni, alle associazioni delle autonomie e alla Ragioneria generale dello Stato le nuove cifre. Le regioni si vedono attribuito un canale privilegiato di accesso alle informazioni della Ragioneria e possono chiedere agli enti informazioni aggiuntive.


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