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Sul personale servono regole razionali
Intervento

La rigidità dei vincoli posti dal Dl 78/2010 alle assunzioni e spese di personale è un tema ben noto all’Anci sin dall’entrata in vigore della manovra economica dello scorso anno. Più volte, in un confronto che ormai va avanti da troppi mesi con i ministeri, sono state sottolineate le difficoltà applicative del vincolo del 40% nel rapporto fra spesa di personale e spesa corrente, oltre il quale si bloccano le assunzioni «a qualsiasi titolo»: difficoltà operative che i dati riportati sul Sole 24 Ore del 20 giugno, secondo cui 18 capoluoghi avrebbero superato questi limiti, confermano pienamente. Dal momento che la si presta a letture non univoche, come testimoniano i contrasti interpretativi tra le varie sezioni regionali della Corte dei conti che hanno indotto ad un pronunciamento delle Sezioni Riunite, l’Anci da tempo si è fatta portavoce della necessità di adottare criteri applicativi ragionevoli di una norma il cui impatto applicativo è del tutto sperequato e irrazionale, finendo per penalizzare in molti casi gli enti maggiormente virtuosi. Molteplici sono state le proposte formulate, senza ottenere alcuna risposta propositiva da parte del Governo. Abbiamo chiesto, come prima misura di equità, di individuare criteri di computo della spesa per il personale che tengano conto dell’esternalizzazione dei servizi; di scorporare dal computo quella che non grava direttamente sul bilancio degli enti (si pensi alle assunzioni di vigili stagionali finanziate con i proventi delle multe oppure agli incentivi per attività di progettazione), spesa questa che andrebbe incentivata anziché penalizzata; di neutralizzare l’impatto di quegli incrementi di spesa assolutamente non imputabili a scelte discrezionali dell’ente. Altrimenti, ed è questo ciò che sta accadendo, si rischia la paralisi totale delle amministrazioni a prescindere dalla loro effettiva virtuosità ed efficienza. Scrivere regole razionali, praticabili e che non penalizzino l’efficienza sarebbe obiettivo da perseguire insieme. Purtroppo, dopo la battuta di arresto nel percorso di definizione dell’accordo che avrebbe dovuto fissare le percentuali in modo concordato, stop determinato anche dalla stretta imposta nel 2010, occorre riprendere quella strada, per individuare regole eque e vincoli in grado di cogliere le differenze tra gli enti e di restituire autonomia di spesa, nell’ottica di una effettiva responsabilizzazione, coerentemente con il percorso di attuazione del federalismo che spesso a tutt’oggi ci appare invece nella forme di uno straordinario accentramento e puntiglioso controllo.


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