MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Manovra sprint, misure più dure
Risparmio e mercati - Le modifiche alla manovra

ROMA – Abolizione di ogni forma di agevolazione per le stock option, privatizzazioni e liberalizzazioni delle professioni, ritocchi alle pensioni, riscrittura progressiva dell’aumento dell’imposta di bollo sui depositi titoli e modifiche mirate al patto di stabilità per i Comuni virtuosi. Con poche modifiche concordate tra maggioranza, opposizioni e Governo, la manovra di pareggio corre dritta verso un’approvazione lampo. E in più a saldi “rinforzati”. Due mosse chieste a inizio di questa calda settimana dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per dare una risposta forte ai mercati che da venerdì scorso hanno messo l’Italia nel mirino della speculazione. Richiesta raccolta subito dalle opposizioni e dalla stessa maggioranza. Tanto che ieri mattina la conferenza dei capigruppo del Senato ha stabilito, all’unanimità, l’approvazione del Dl 98 da parte dell’Aula entro le 14 di domani. Da Pd, Idv e Terzo polo, che già da lunedì avevano deciso di tenere una linea comune controfirmando non più di dieci emendamenti, è arrivata anche l’ulteriore richiesta di licenziare la manovra entro questa settimana anche alla Camera. Proposta accolta e rilanciata a Montecitorio dove oggi si riunirà una conferenza dei capigruppo per fissare i tempi e concludere – ricorrendo se necessario anche a possibili deroghe regolamentari – definitivamente l’esame della manovra entro la sera di venerdì o al più tardi sabato mattina. In una settimana “lavorativa”, dunque, la manovra potrà essere convertita definitivamente in legge. Per altro rafforzata nei saldi visto che lo stesso ministro dell’Economia ha già annunciato di voler inserire da subito nel Dl 98 la cosiddetta clausola di salvaguardia sulla piena attuazione della riforma fiscale e assistenziale, che da sola vale 15 miliardi di euro. Inizialmente ipotizzata come misura da introdurre a ottobre nella legge di stabilità, la clausola prevede in sostanza che se la delega fiscale e assistenziale non dovesse produrre i suoi effetti entro il 1° gennaio 2013, scatterà automaticamente il taglio lineare del 15% su tutte le agevolazioni fiscali e assistenziali oggi esistenti e che ammontano dalle ultime rilevazioni del ministro a 150 miliardi di euro sparpagliati in 476 voci. Oltre alla clausola di salvaguardia dall’Economia si attendono almeno altri quattro interventi di rilievo: uno sulle privatizzazioni che sarà definito questa mattina al Tesoro; uno sulla cancellazione di ogni forma di agevolazione sulle stock option e il loro regime di tassazione ordinaria (anche questa ancora da definire nei dettagli); uno sui tempi per la liberalizzazione delle professioni; uno sulla cancellazione della norma sugli ammortamenti dei beni in concessione. Una misura, quest’ultima, con cui «abbiamo un po’ esagerato», avrebbe ammesso lo stesso ministro dell’Economia nel corso del confronto di ieri con le opposizioni. Secondo l’intesa raggiunta tra Economia. maggioranza e opposizioni alla fine la stretta sulla deducibilità degli ammortamenti dei beni devolvibili per i concessionari sarà cancellata dalla manovra. Il gettito previsto verrà dalla riduzione della possibilità di deduzione fiscale per le concessionarie di autostrade e trafori del cosiddetto fondo di ripristino, la cui deducibilità delle somme accantonate cala dal 5% all’1. Ritocchi mirati anche sulla rivalutazione delle pensioni che sarà bloccata solo oltre le cinque volte il minimo se non addirittura oltre le otto volte come chiesto dalle opposizioni. Accordo raggiunto anche sulla riscrittura del prelievo sui depositi titoli. La modifica bipartisan prevede l’introduzione di una progressività del prelievo a crescere con l’aumentare dei depositi. Nel 2011 e 2012 il bollo sale a 120 euro e sarà applicato soltanto alle certificazioni inviate dagli intermediari, mentre resterebbe invariato l’importo dell’imposta sugli estratti conto (34,2 euro). Dal 2013, invece, il bollo scenderà a 60 euro annui per depositi fino 25mila euro, fino a toccare i 1.800 euro per depositi sopra i 300mila euro (si veda pagina 10). Fuori dal patto di stabilità dei Comuni la quota di cofinanziamento relativa all’utilizzo dei fondi strutturali europei di competenza di Regioni ed enti locali. Questa quota potrà essere utilizzata in deroga alle regole ordinarie sul patto e non concorre a determinare, agli stessi fini, l’obiettivo di finanza pubblica individuato dal patto stesso. Sulla gestione dei fondi europei, poi, potrebbe arrivare anche una cabina di regia, ma su questo aspetto il confronto riprenderà oggi in commissione Bilancio. Un intervento mirato, infine, anche sulle attività di spending review per attribuire maggiore autorevolezza alle scelte di governance.


www.lagazzettadeglientilocali.it