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Ancora una picconata allo spoils system
GIUSTIZIA E SOCIETA'

Ancora una picconata allo spoils system. L’opera di demolizione dell’istituto, iniziata dalla Corte costituzionale nel 2007, è proseguita ieri con l’ennesima decisione contraria alla rimozione automatica dei dirigenti quando cambia il governo. Anche questa volta a ricorrere alla Consulta è stato il tribunale di Roma poco convinto della legittimità dell’art. 19, comma 8 del dlgs 165/2001 (nel testo modificato dal dl 262 del 2006). Rispetto alla fattispecie esaminata dalla sentenza n. 81/2010 (si veda ItaliaOggi del 6/3/2010) il contenuto non cambia. L’unica differenza è che la norma del decreto Visco-Bersani, cassata l’anno scorso, dettava un regime transitorio dello spoils system, mentre questa volta è finita nel mirino della Corte la disciplina a regime. E le motivazioni del ricorso non mutano: violazione degli articoli 97 e 98 della Costituzione perché l’interruzione del rapporto di ufficio prima della scadenza priva gli incarichi dirigenziali delle garanzie necessarie ad assicurare l’imparzialità e il buon andamento della p.a. Nella sentenza n. 246/2011, depositata ieri in cancelleria e redatta da Sabino Cassese, la Corte ha ribadito la necessità, già espressa nel 2010 e nelle precedenti sentenze n. 104/2007 e n.103/2008, di prevedere «un confronto dialettico tra le parti nell’ambito del quale, da un lato, l’amministrazione esterni le ragioni per le quali ritenga di non consentire la prosecuzione sino alla scadenza contrattualmente prevista, e, dall’altro, al dirigente sia assicurata la possibilità di far valere il diritto di difesa, prospettando i risultati delle proprie prestazioni».


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