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La Scia per aprire
Liberalizzata anche la vendita di tabacchi e giornali

Per la vendita di quotidiani, periodici e tabacchi, per l’apertura di una sala giochi, una discoteca o un’agenzia di affari non sarà più necessaria l’autorizzazione formale da parte del comune o del questore. Sarà, infatti, sufficiente presentare una Scia, ovvero la segnalazione certificata di inizio attività che dal luglio 2010 ha sostituito la Dia introdotta nell’ordinamento con la legge 241/1990, con il fine di liberalizzare l’esercizio delle attività economiche. La navetta. Il Senato, con l’approvazione ieri della legge di conversione del dl 138 licenziato dal Governo due giorni prima di ferragosto e per la quale ha richiesto all’aula il voto di fiducia, ha fatto da apripista alla ormai prossima seduta dell’altro ramo del Parlamento, licenziando il testo contenente sia il maxi-emendamento del Governo che le modifiche approvate dalla Commissione bilancio del Senato. La libertà d’impresa. Al di là di quello che sarà effettivamente l’ambito di applicazione della legge e che soltanto il Giudice potrà legittimamente delimitare, è possibile, fin da ora, da una prima lettura delle nuove disposizioni rilevare che nell’immediato futuro il tradizionale rapporto tra il futuro imprenditore e la pubblica amministrazione sarà destinato ad essere complessivamente rivoluzionato. Infatti, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto 138/2011 ed in corso di approvazione, Stato, regioni, comuni e province devono adeguare i rispettivi ordinamenti al principio secondo cui l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge. I vincoli. Uniche eccezioni, tra le diverse individuate dall’articolo 3 del dl in corso di conversione, i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario, i principi fondamentali della Costituzione; il danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, il contrasto con l’utilità’ sociale. Insomma, un campo che sembra ben più delimitato rispetto quello attualmente previsto dall’articolo 41 della Costituzione il quale prevede, più genericamente, che «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Decolla la Scia. In pratica, fermo restando che la disciplina delle attività economiche è oggi di competenza esclusiva delle regioni, entro un anno Stato ed enti locali dovranno fare la loro parte per adeguare i rispettivi ordinamenti ai principi contenuti al comma 1 dell’articolo 3 del dl 138/2011. Dopo di che le autorizzazioni saranno sostituite da una Scia, ovvero da un mero adempimento attraverso il quale l’imprenditore dimostrando di possedere i requisiti ed i presupposti previsti dalla disciplina di riferimento, potrà aprire immediatamente la propria bottega. I regolamenti del Governo. Nel maxi-emendamento è stata proposta anche l’introduzione, all’articolo 3, comma 3, di un ulteriore inciso il quale prevede la delega al Governo per la redazione di regolamenti di delegificazione che contengano anche l’elenco delle disposizioni abrogate. Tuttavia, se il fine consentirebbe di accelerare il processo di liberalizzazione e di certezza del diritto, d’altro canto la norma non tiene conto che la Consulta, con diverse sentenze (333/95; 482/95; 376/2002), ha affermato che i regolamenti di delegificazione non possono incidere sulle materie di competenza regionale. Ciò in quanto tale strumento, che ha il solo fine di semplificare ciò che era già disciplinato dalle leggi statali e che dunque solo su queste può incidere, può operare su fonti di diversa natura, tra le quali vi è un rapporto di competenza e non di gerarchia. E quindi non può essere delegificato ciò che appartiene all’ambito legislativo regionale, a meno che lo Stato non decida di vietare determinati limiti come del resto è stato fatto con i commi 8 e 9 del medesimo articolo 3 del dl 138/2011 che ha individuato le restrizioni vietate, integrando l’elenco dei divieti già fissati con il dlgs 59/2010 di recepimento della direttiva Servizi.


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