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La raccolta rifiuti a Napoli ritorna ad essere «in house»
Ambiente. Stop a Lavajet e Doks Lanterna - Compostaggio a Tufino e Giugliano

NAPOLI – È finito il tempo delle (ricche) gare di appalto e delle esternalizzazioni facili: il comune di Napoli torna a gestire “in proprio”, attraverso la municipalizzata Asìa, il servizio di raccolta dei rifiuti sull’intera superficie cittadina. E per la sfida si appresta ad assumere i trecento dipendenti delle due imprese da circa un anno affidatarie. Questa la volontà politica della giunta di Luigi de Magistris che l’ad di Asìa Daniele Fortini sta traducendo nei fatti. Un radicale “cambio di approccio”, rispetto agli anni di piena emergenza, dal quale si attendono risparmi non trascurabili. Nel dettaglio: il 31 dicembre scadranno i contratti d’affidamento con la Lavajet di Varazze (Savona) e la Docks Lanterna di Genova che a fine 2010 si aggiudicarono appalti riguardanti la pulizia del centro cittadino (bacino d’utenza di 300mila abitanti) per un valore complessivo di 30 milioni. Palazzo San Giacomo non procederà a rinnovi, né bandirà nuove gare bensì assumerà i trecento addetti al servizio delle due affidatarie. «Dall’operazioni – spiega Fortini – contiamo di ottenere un risparmio tra il 3 e il 4% del valore degli appalti effettuati». Economizzare per investire: questo sembra essere il principio ispiratore della giunta de Magistris in fatto di rifiuti. In cassa c’è una dote di 58 milioni (vedi “Il Sole 24 Ore Sud” del 13 luglio 2011) che in parte è già servita per rimettere in sesto Asìa con una ricapitalizzazione da 43 milioni, in parte è in via d’impiego per far decollare la raccolta porta a porta, attivare almeno due impianti di compostaggio al servizio della città, trasferire l’immondizia via mare oltre confine evitando che si ingolfino gli Stir. Sul primo punto si è più avanti: pochi giorni fa si è chiuso un bando del valore di 1,5 milioni per l’acquisto di 33mila bidoncini da condominio che saranno presto a disposizione di altri 120mila residenti. Un secondo bando dello stesso valore, anche questo da poco chiusosi, porterà all’acquisto di 70 automezzi di media e piccola dimensione sempre a supporto della differenziata. «In questo caso – aggiunge Fortini – parliamo del primo di una serie: per il parco macchine, entro fine anno, spenderemo complessivi cinque milioni». Altri 1,5 milioni entro dicembre serviranno a creare cinque aree ecologiche che andranno ad affiancarsi alle attuali quattro funzionanti. «Oggi – precisa l’ad di Asìa – la raccolta differenziata porta a porta coinvolge 145mila abitanti e la percentuale media cittadina oscilla intorno al 17 per cento. A fine anno, dopo gli investimenti attivati, toccheremo i 320mila napoletani». E la percentuale, in quel caso, dovrebbe salire fino al 31. L’obiettivo di Palazzo San Giacomo consiste nel coprire l’intero perimetro urbano entro la fine del 2012. Per allora, a fronte di una produzione annua di rifiuti di 550mila tonnellate, la parte non riciclabile dovrebbe attestarsi sulle 132mila tonnellate. Ma il sistema di smaltimento al servizio della città dovrà attrezzarsi per trattare 70mila tonnellate di umido l’anno. «Necessario – precisa Fortini – dotarsi di impianti di compostaggi anaerobici». Uno da 30mila tonnellate sorgerà a Tufino, nei pressi dello Stir: già bandita una gara a base d’asta per 18 milioni e una tempistica di realizzazione di 24 mesi. Scadenza fissata per il 24 ottobre. Un bando analogo, sempre da 18 milioni, sarà pubblicato a giorni per un secondo impianto da costruire a Giugliano. Come arrivare alla fine del percorso senza sofferenze? Facendo partire i “bastimenti”: entro fine mese si attiveranno i primi trasporti via mare di rifiuti verso l’Olanda. L’accordo prevede la possibilità di smaltire complessive 48mila tonnellate (ogni carico via mare sarà di cinquemila tonnellate) a un costo inferiore ai 140 euro a tonnellata. Meno di quanto si spende per il contestatissimo smaltimento nella altre regioni d’Italia. Economizzare prima di tutto.


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