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Si riscrive lo «statuto» della Pa

«Con questa delega il Governo inizia il lavoro di ricognizione, organizzazione e coordinamento delle numerose leggi amministrative». L’annuncio è del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ed è riferito al disegno di legge delega per la codificazione in materia di Pa, approvato ieri in via definitiva dall’Aula della Camera. Il provvedimento – che ha ottenuto 259 voti favorevoli e 200 contrari, oltre ai 40 astenuti tra cui i parlamentari dell’Udc e dell’Api – dà al Governo 12 mesi per adottare uno o più decreti legislativi per raccogliere in Codici o in Testi unici le (tante) leggi sulla pubblica amministrazione. «Abolire leggi obsolete, risolvere contraddizioni e raccogliere le norme in codici ? ha spiegato ieri il relatore del disegno di legge, Andrea Orsini (Pdl) ? significa rendere più facile la vita ai cittadini e alle imprese che devono relazionarsi con la pubblica amministrazione». Le leggi che verranno “riordinate” e “ricodificate” sono quella sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso ai documenti amministrativi (legge 241/1990); il Testo unico in materia di documentazione amministrativa (Dpr 445 del 2000); il decreto legislativo con le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione improntato sulla privatizzazione del pubblico impiego (165/2001); il decreto legislativo 150/2009 finalizzato ad aumentare la produttività del lavoro pubblico con riguardo all’apparato amministrativo nel suo complesso (la “riforma Brunetta”). Con la delega il Governo potrà ora predisporre uno strumento che, come ha sottolineato il ministro Brunetta, «faciliti e semplifichi la consultazione da parte dei cittadini delle principali leggi amministrazione; che risolva incertezze e antinomie spesso presenti nell’ordinamento, favorendo la diminuzione del contenzioso e accrescendo la certezza del diritto; che costituisca, proprio per la sua natura organica e sistematica, l’occasione per nuove riflessioni e per il riconoscimento ai cittadini di diritti più avanzati nei confronti della pubblica amministrazione e per una definizione più certa dei loro doveri». Il disegno di legge, nato come stralcio del Ddl sulla semplificazione dei rapporti tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione, prevede inoltre che il Governo possa rimettere al Consiglio di Stato la formulazione dei Codici o Testi unici, avvalendosi della eventualità prevista dall’articolo 14 del Testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato (Rd 1054/1924). «Il merito di questa svolta – ha commentato Orsini parlando dell’approvazione del Ddl – va all’impegno del ministro Brunetta e del Governo, ma anche al lavoro parlamentare che ha visto la significativa convergenza di parti dell’opposizione. Si è registrata una comune assunzione di responsabilità che ho molto apprezzato per uno Stato più moderno e più europeo, attraverso leggi più chiare e più coerenti, indispensabili per la trasparenza e all’efficienza della macchina pubblica».


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