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Italia declassata, emergenza crescita
MERCATI E MANOVRA - Berlusconi: il taglio è colpa dei media - Replica S&P's: valutazioni apolitiche - Dal Colle stop a Bossi sulla secessione

Il declassamento di Standard & Poor’s è legato al peggioramento delle prospettive di crescita dell’Italia, che rendono più difficile la correzione dei conti pubblici. Un quadro che, se non cambierà, potrebbe indurre l’agenzia statunitense a un nuovo intervento sul rating a breve entro i prossimi 12-18 mesi. Il giorno dopo la mossa a sorpresa S&P conferma le valutazioni sull’Italia, vulnerabile ai rischi di peggioramento fiscale, economico e finanziario. E replica rivendicando la propria indipendenza a Palazzo Chigi che, con una nota ufficiale, ha contestato il downgrade come una scelta «dettata dai retroscena» della stampa e non dalla realtà delle cose, fatta soprattutto di impegno e di solidità. Il presidente Giorgio Napolitano ha ribadito la necessità di uno sforzo comune per il rilancio del Paese bollando come antistoriche le ipotesi di una secessione delle Regioni del Nord. A incalzare il Governo è stata anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: subito le riforme, anche impopolari – ha ribadito – oppure il Governo vada a casa. Ieri intanto si è svolto al ministero dell’Economia l’incontro con imprese e banche in vista delle nuove misure da adottare per lo sviluppo. Presente anche Bankitalia che sarà coinvolta nella preparazione di un piano decennale.


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