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L'Umbria sceglie le rinnovabili
Energia. Per il 2013 la Regione punta ad aumentare del 30% il fotovoltaico e del 20% l'eolico

Tetti solari e pale eoliche. C’è questo nel futuro della produzione energetica umbra. «Non è un’idea – spiega l’assessore regionale Silvano Rometti – e già tutto nero su bianco e sulle energie rinnovabili sarà incentrato il nuovo Piano energetico, che prevedibilmente vedrà la luce nel 2012. Di più, se non raddoppiamo la produzione da queste fonti entro il 2020 ci aspettano sanzioni, anche pesanti, da parte dell’Europa». Una delegazione di tecnici della Regione Umbria sarà in questi giorni a Cagliari per un incontro importante sul “Burden sharing”: si dovrà esaminare, cioè, il decreto sulla ripartizione delle quote e la metodologia che ha portato a definire i singoli obiettivi regionali per raggiungere l’obiettivo europeo del 20-20-20. Ognuno, cioè, saprà esattamente quanto sarà alta per il suo territorio l’asticella affinché l’Italia riduca del 20% i gas serra, raggiunga il 20% di risparmio energetico e innalzi al 20% la produzione da rinnovabili. «Nel caso dell’Umbria – spiega Rometti – per l’energia noi oggi siamo al 7-8% di rinnovabili rispetto al nostro fabbisogno, il che significa che dovremo almeno raddoppiare con una premessa fondamentale: non potremo contare in questo sull’idroelettrico, ciò che adesso rappresenta il 24% dell’energia prodotta in Umbria». Per arrivare alla soglia nel 2020, la Regione con un documento varato ad agosto ha fissato uno step al 2013 con obiettivi tassativi: crescita del 30% del fotovoltaico, del 20% dell’eolico, del 34% dell’energia da biomasse, del 7% della geotermia, del 9% dell’idroelettrico per un totale di 205 GigaWatt. Tradotto nel pratico, vuol dire: qualche piccola centralina sui fiumi per l’idroelettrico (in futuro potrebbe sorgere una centrale da 2 MW sul Chiascio), l’attivazione di due pozzi nella zona dell’Orvietano per la geotermia, centraline a biomasse e poi, essenzialmente, sole e vento. «Per ciò che riguarda il fotovoltaico – dice l’assessore – finora c’è stato uno sviluppo impetuoso degli impianti a terra, dietro la spinta degli incentivi, con investimenti superiori al miliardo di euro. Noi abbiamo voluto porre un freno, stabilendo regole rigide per la difesa dell’ambiente e del paesaggio: questo significa che da qui in avanti il solare dovrà svilupparsi soprattutto sui tetti. E per questo stiamo predisponendo bandi per le imprese e gli edifici pubblici che pubblicheremo nelle prossime settimane». Per ciò che riguarda l’eolico, la Regione conta di avviare un settore finora rimasto fermo. Attualmente in Umbria esiste solo un impianto a Fossato di Vico. «Non abbiamo scelta – sostiene Rometti – pur con vincoli a difesa del paesaggio dobbiamo scommettere sul vento, specie sulla dorsale appenninica». Per incrementare del 20% la produzione in due anni, secondo i calcoli della Regione, basterebbero 7 pale eoliche di grosse dimensioni, ma la tipologia di impianti previsti prevede tre possibilità: micro eolico (fino a 18 metri di altezza tra terra e innesto della pala), mini eolico (fino a 40 metri) ed eolico (oltre i 40 metri). Sulla strada dell’energia verde, infine, la giunta pone anche la riconversione della centrale a carbone di Bastardo. Per ora, è stato chiesto all’Enel di presentare entro 5 anni un progetto alternativo, per elaborare il quale è stata coinvolta anche l’Università di Perugia.


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