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Asse tra commercialisti e Comuni
Governance pubblica. Si intensificano le collaborazioni tra professionisti ed enti locali su fisco e tributi

Il presidente nazionale, Claudio Siciliotti, lo ha spiegato anche recentemente in un’intervista e i presidenti degli Ordini dei commercialisti ed esperti contabili dell’area Centro-Nord lo confermano: l’utilizzo di professionisti esterni nella gestione delle finanze degli enti locali è considerata una garanzia da parte dell’opinione pubblica. I professionisti pongono però delle condizioni: impegni precisi e un rapporto paritario con l’ente. «Siamo ambedue enti pubblici. I rapporti di collaborazione però non devono più esaurirsi nel fornire a richiesta qualche nominativo; io non fornisco nomi, perché non posso sapere chi è più bravo, piuttosto organizzo dei corsi e dei seminari per formare dei colleghi rispetto alla richiesta dell’ente», precisa Gianfranco Tomassoli, presidente dell’Ordine di Bologna. L’Ordine di Bologna ha in agenda un incontro con il vice sindaco nonché assessore al bilancio del Comune, Silvia Giannini, per studiare una collaborazione ad ampio raggio anche sul controllo sulla spesa. «Il nostro ruolo di cerniera tra le imprese e le istituzioni ci pone al centro dello sviluppo del territorio. Non è detto che tutte le imprese siano iscritte a un’associazione di categoria, mentre tutte hanno un commercialista», afferma Marcella Galvani, presidente dell’Ordine di Perugia. In Umbria da parte della Regione vi è la massima apertura ai rapporti di collaborazione con l’Ordine dei commercialisti; il rapporto è iniziato nel 2008 con la presidentessa Maria Rita Lorenzetti e continua con l’attuale governatrice, Catiuscia Marini. Le iniziative sono molteplici e presto saranno concentrate in un protocollo unico. Si tratta di formazione al personale dell’ente, d’informazione in entrata e uscita per le imprese, di monitoraggio di progetti realizzati con fondi comunitari, di controllo delle performance anche in ambito sanitario, e ora – in tandem con la Guardia di Finanza – di un progetto per la diffusione della cultura della legalità. L’Ordine di Perugia, che dispone di sportelli dedicati presso la Camera di commercio, l’Inps, Equitalia e l’agenzia delle Entrate, lavora a pieno ritmo anche con i comuni di propria competenza. «Abbiamo incontri periodici con i sindaci», dice Galvani. Oggetto delle intese la richiesta di chiarimenti sui tributi locali, come una recente un lavoro con proposte e osservazioni per una bozza dei diritti del contribuente. Il perno della nuova stagione tra enti e commercialisti è il federalismo fiscale che impegna le amministrazioni a riorganizzare, e in parte a creare ex novo, la propria macchina tributaria e a renderla efficace nel campo dell’accertamento fiscale. A Firenze i rapporti con il Comune hanno avuto un’ufficializzazione con la campagna elettorale per le elezioni amministrative quando i candidati sindaco furono ospiti dell’Ordine. Con l’amministrazione Renzi è stato siglato un protocollo per una collaborazione su più fronti che ha dato già un primo risultato: la presentazione di un elaborato su come strutturare la tassa di soggiorno preparato da un’apposita commissione dell’Ordine. Intese simili sono in essere con la Provincia e con il Comune di Sesto Fiorentino. «Poi a novembre – ricorda Sandro Santi, presidente dell’Ordine – parleremo dell’efficienza della pubblica amministrazione con un convegno nazionale, il 5 e il 6 al Palacongressi». Diversa la situazione nelle Marche, come spiega il presidente dell’Ordine di Ancona, Corrado Mariotti: «Per ora abbiamo un ruolo di amplificatore delle opportunità di lavoro che si aprono in seno alle amministrazioni pubbliche».


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