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Case fai-da-te pronte a Senigallia entro fine 2012
Marche. Progetto pilota sul territorio

Case scontate della metà, con un po’ di olio di gomito. L’autocostruzione da oggi è una realtà nelle Marche con il primo cantiere regionale inaugurato il 21 agosto a Cesano di Senigallia in provincia di Ancona. Così, gli autocostruttori della cooperativa “Le mani per vivere insieme” sono già all’opera per risparmiare, confezionandosi da soli i loro 20 appartamenti da terminare in 15 mesi, e quindi entro novembre 2012. «Un primato nazionale considerando che la media di realizzazione è intorno ai 3 anni» spiega Marco Garzulo, responsabile del l’area progetto e sviluppo del Consorzio Abn di Perugia, uno dei due soggetti tutor con il Consorzio di solidarietà di Senigallia. Il 50% degli alloggi è destinato a cittadini extracomunitari. Il progetto infatti è finanziato per metà dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali (secondo il bando 2007 di inclusione sociale dei migranti) e il restante dalla provincia di Ancona che si è occupata dell’altro 50% di cittadini comunitari. La cifra complessiva è di 253.874 euro come contributo a fondo perduto: 12.693 ad autocostruttore. A questo si aggiunge l’agevolazione del mutuo in preammortamento di Banca etica: 2,753 milioni complessivi da ridistribuire tra i soci ad appartamenti ultimati con un tasso del 3,5% e una copertura di finanziamento del 100 per cento. «È un progetto ambizioso – spiega Lucio Cimarelli, presidente del Consorzio solidarietà – che permetterà ai soci di avere una prima casa di proprietà a prezzi adeguati alla propria capacità d’indebitamento e risparmiando circa il 50 per cento». Basti pensare, infatti, che ci sono 3 tipologie di appartamenti: appartamento da 65 metri quadri a 104.898,47 euro; appartamento da 103 metri quadri a 138.275,63 e appartamento da 116 metri quadri a 148.355,83 euro. I lavori sono seguiti dalla cooperativa EdilCorinzi e i soci sono chiamati, dopo aver frequentato un corso sulla sicurezza, a fare manovalanza suddivisi in turni giornalieri di 4 o 5 persone a seconda delle disponibilità. E la composizione è mista: tra loro 4 operai, 2 artigiani, 2 impiegati, 2 infermieri, 2 poliziotti, 1 cameriera, 1 carabiniere, 1 casalinga, 1 commerciante, 1 elettricista, 1 operatrice sanitaria, 1 parrucchiera, 1 pizzaiolo. Il 35% (ossia 7 su 20) sono donne. In tutto si parla di 7 diverse nazionalità: italiana, polacca, cinese, iraniana, albanese, algerina, ucraina. Tra i criteri per selezionare gli autocostruttori: non possedere una casa di proprietà e non avere un reddito Isee inferiore ai 9 mila euro all’anno. «Questo perché – spiega Garzulo – il progetto non si rivolge alla fascia di popolazione che versa in condizioni di indigenza: per loro servono misure abitative diverse e specifiche».


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