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Gare per i rifiuti in porto nel 2012
Toscana. Giunta al lavoro sul nuovo piano

Autosufficienza per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani, abbattimento della movimentazione dei rifiuti speciali sia in entrata che in uscita e rispetto degli obiettivi comunitari per la raccolta differenziata entro il 2020. Il piano per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati ha prospettive ambiziose e con la discussione in consiglio regionale del documento preliminare è stato avviato l’iter che dovrebbe portare alla sua definitiva approvazione entro i primi mesi del 2013. In questi giorni poi partirà la campagna di indagine con gli stakeholder che dovranno dare un punto di vista critico per la definizione del quadro conoscitivo. Soprattutto si punterà a capire qual è la reale necessità di nuovi impianti per rendere la regione autosufficiente. In questo momento infatti in Toscana la raccolta differenziata ha raggiunto il 40% (dal 13% del 1998 al 38,5% del 2009) dei 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti. «Questo è il nostro secondo piano dopo quello approvato nel 1998 – spiega l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini -. A differenza del precedente abbiamo unificato tutti i settori d’intervento, sui rifiuti urbani, su quelli speciali e sulle bonifiche, in modo da poter inquadrare i flussi di rifiuti che riguardano la regione e affrontare il tema a tutto tondo evitando limitazioni al nostro campo di azione. I rifiuti speciali infatti non sono pericolosi e possono essere avviati regolarmente al recupero e allo smaltimento. Vogliamo che la nostra sia una Regione virtuosa che non si limita a gestire solamente i rifiuti urbani ma che limita i flussi di rifiuti speciali in entrata e in uscita». Intanto Renato Santini, della segreteria regionale Cisl, chiede che nei tre nuovi Ato vengano subito fatte le gare per l’affidamento dei servizi. Secondo la Cisl c’è da lavorare ancora molto, ad esempio, sulla termovalorizzazione energetica (250mila tonnellate, il 10%) e sugli oltre 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti, la metà del totale, che ancora finiscono in discarica. «Attualmente la gestione del servizio è spezzettata tra oltre trenta aziende (4.200 addetti complessivi con un fatturato di 750 milioni di euro), che non contribuiscono certo a economie di scala e al contenimento delle bollette – spiega -. Abbiamo bisogno di tre aziende vere». Su questo fronte, l’Ato Sud è il più avanti dei tre e ha già in corso le procedure di preselezione per i soggetti che si sono affacciati a procedure di gara. Una scelta presa già nel 2007 che sta arrivando alla sua fase conclusiva. L’Ato Costa e l’Ato Centro invece hanno comunicato alla Regione nei tempi prefissati il cronoprogramma che intendono seguire e la procedura che intenderanno portare avanti per scegliere il gestore unico. «Una fase che si dovrà concludere entro la fine del 2012 – conclude l’assessore Bramerini – e che ha consentito loro di evitare il commissariamento. A questo punto continueremo a monitorarli».


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