MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Il Sistri prova la «ripartenza»
Ambiente. Confronto aperto con le categorie per la revisione dello strumento di tracciabilità

Il nuovo Sistri – che di nuovo, in realtà, avrà solo il termine di entrata in vigore, nel febbraio del prossimo anno – riparte dallo studio congiunto e condiviso delle sue inefficienze, costate fino ad oggi quattro rinvii del debutto e alcuni milioni di euro alle centinaia di migliaia di imprese coinvolte nell’ambizioso progetto di tracciamento digitale dei rifiuti. Al termine di un ciclo di incontri con le associazioni imprenditoriali, culminati ieri mattina nel-l’audizione informale delle categorie davanti alla commissione Ambiente della Camera, il ministero ha messo in programma un ciclo di test di operatività del sistema informatico, per evitare di arrivare in affanno al (quinto) debutto di febbraio. La calendarizzazione delle simulazioni, che dovranno essere il più possibile uguali alle sollecitazioni di “caricamento dati” di quando la piattaforma entrerà effettivamente in vigore, prevede due date distinte: la prima riguarderà i 72mila produttori di rifiuti iscritti a Sistri, la seconda le 28mila aziende di gestione e trasporto. Se i nuovi test “realistici” daranno risultati apprezzabili, in un secondo momento le due prove verranno accorpate in un terzo appuntamento, per raggiungere un livello di simulazione il più possibile vicino a una ordinaria giornata di caricamento dati “in tempo reale”, che è ciò che più interessa agli operatori. Si farà invece un test a parte e dedicato per la Campania, dove il tracciamento riguarderà, per le note emergenze, uno spettro più ampio di rifiuti. E proprio sulla tabellarizzazione più generale dei rifiuti – adempimento richiesto dall’ultima modifica estiva al testo di Sistri, che esenta alcune tipologie dal tracciamento – i tecnici del ministero stanno cercando un’intesa sempre con le categorie, per arrivare a una formulazione il più possibile condivisa del decreto ministeriale cui è stata demandata la separazione. Secondo fonti governative, si tratta di scegliere, e quindi fissare, limiti quantitativi e/o caratteristiche tecniche di “non nocività” ambientale per procedere alla definizione normativa di «non pericolosità», evitando così il rischio – rappresentato da alcune categorie – di procedere con un criterio «soggettivo» che colpisca indiscriminatamente alcune attività. Intanto l’esito dell’audizione informale alla VIII Commissione della Camera di ieri mattina ha ribadito la posizione di fondo delle realtà imprenditoriali: Sistri è un’avventura del tutto condivisibile per le finalità che si propone – su tutte il contrasto al business “ambientale” delle organizzazioni criminali – ma deve assolutamente superare i suoi difetti (finora) congeniti: inefficienze del sistema informatico, quindi continue proroghe «e persino cancellazioni hanno destabilizzato finora la platea degli oltre 300 mila operatori interessati» nella sintesi di Confapi. Sullo sfondo resta comunque la questione dei costi del passaggio al digitale: fino ad oggi le aziende hanno pagato due annualità di contributo Sistri, di fatto senza ottenere il servizio. Secondo le organizzazioni imprenditoriali, il governo deve prenderne atto e far slittare – almeno – il pagamento previsto per il 2012 al 2013-


www.lagazzettadeglientilocali.it