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Molise al centrodestra per 1.500 voti
Iorio resta governatore, decisivi Udc e Grillo. Alfano: inversione di
tendenza

Alla fine lo champagne lo ha stappato Michele Iorio, alle 4.30 di una notte surreale, con telefonate frenetiche, entusiasmi e scoramenti, colpi di scena e crisi di nervi. Il verdetto è arrivato dopo uno scrutinio infinito, incredibilmente lento: il centrodestra perde terreno ma conquista per la terza volta di seguito il Molise, mentre vengono sconfitte le velleità del centrosinistra. Soli 1.505 voti di differenza che hanno fatto tremare l’establishment del Pdl locale e che ora la sinistra rimprovera ai grillini, autori di un exploit che però non frutta neanche un consigliere comunale. Iorio prende il 46,94% dei voti contro il 46,15% di Paolo di Laura Frattura e il 5,6 di Antonio Federico (Movimento cinque stelle). Il Molise è terra di dimensioni ridotte, con due sole Province (Campobasso e Isernia) e 330 mila elettori. Eppure i risultati non hanno una rilevanza solo locale. L’analisi del voto evidenzia la perdita di terreno di Iorio, che lascia sul campo ben 25 mila preferenze (da 112 a 89 mila). Un ridimensionamento che si nota soprattutto nel raffronto con la sua coalizione: nel 2006 aveva 7 mila preferenze in più rispetto ai partiti che lo appoggiavano, oggi ne ha 11 mila in meno. Il 12% di chi ha votato il centrodestra, non ha votato Iorio, per il meccanismo del voto disgiunto. Il che significa che i partiti del centrodestra non hanno risentito dell’appannamento della sua leadership, né delle difficoltà del Pdl nazionale. Anzi, per Angelino Alfano, alla prima prova da segretario, i risultati indicano «un’inversione di tendenza». È vero che il Pdl è solo al 18,086, ma «l’aggregato delle liste Pdl è sopra il 30, confermando il dato delle ultime Regionali». Centrale il ruolo dell’Udc, che in Molise si è schierata con il Pdl. Rispetto alla scorsa tornata, i centristi perdono tre punti (ora sono al 6,73). Berlusconi sostiene la loro incompatibilità con il centrosinistra: «Quando l’Udc va con la sinistra perde metà dei voti, come è successo anche in Piemonte». Non solo: «Se l’Udc andasse con il centrosinistra alle Politiche, perderebbe i due terzi dei voti». Ma Pier Ferdinando Casini, da Berna, si smarca prontamente dal Cavaliere: «Berlusconi confonde i suoi desideri con la realtà. Ha fatto bene Iorio a togliere dal simbolo il nome del premier. Altrimenti avrebbe perso…». E il segretario Lorenzo Cesa: «L’Udc è stata determinante, con una campagna che non è stata incentrata sul berlusconismo». Buoni i risultati dell’Adc di Francesco Pionati, il debutto di Grande Sud e il ritorno del Psi di Riccardo Nencini, che annuncia la possibilità di presentare un candidato alle primarie del centrosinistra. Ma il vero exploit lo ha fatto Antonio Federico, del Movimento cinque stelle, che si è giovato del voto disgiunto. Risultato: 5,60 per lui e 2,27 per la sua lista. Quanto basta per far indignare il centrosinistra che incolpa i grillini per la sconfitta. Come fa il pd Dario Franceschini: «Vincono la destra e un inquisito, grazie a Grillo». E come fa Massimo Donadi (Idv): «Si scrive Grillo, si legge Berlusconi». Astensione (40%) e grillini a parte, il centrosinistra nel complesso è franato. Passando dal 47,06 del 2006 (93.966 voti) al 40,49 di ieri (72.803): 20 mila voti persi, mentre il centrodestra ne ha persi solo 4 mila. Con l’Idv stabile (gran vittoria personale, però, per il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano) e il Pd in picchiata, il centrosinistra è stato più di freno che d’aiuto per Frattura, che ha invece raccolto un buon successo personale.


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