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«Nuova riscossione da spostare al 2014»
Legautonomie. Le richieste dei comuni

Rinviare al 2014 la «riforma» della riscossione locale scritta nel decreto Sviluppo di maggio, che dal 1° gennaio prossimo prevede l’uscita di Equitalia dal campo della fiscalità, la reinternalizzazione della riscossione spontanea e una disciplina di favore per l’affidamento a società «interamente pubblica» per quella coattiva. È la proposta lanciata ieri a Viareggio da Legautonomie nell’ultima giornata del decimo appuntamento nazionale sulla finanza locale, per evitare gli effetti di una normativa che «mette a rischio finanziario i preventivi 2011». Accanto alla proroga, la proposta prevede di sfruttare i tempi supplementari per costituire una società di riscossione ad hoc per gli enti locali, messa in piedi da Anci, Upi e dalla stessa Legautonomie con il supporto di Equitalia, ferma restando «l’assoluta autonomia» degli enti nella scelta delle modalità di svolgimento del servizio. Quella di prorogare l’avvio della riforma, previsto per il 1° gennaio 2012, è una richiesta corale da parte degli enti e degli altri soggetti attivi nella riscossione locale, e ha già incontrato aperture importanti all’interno della maggioranza; dopo un lungo ciclo di audizioni, la commissione bicamerale sull’anagrafe tributaria guidata da Maurizio Leo (Pdl) punta ad arrivare a una proposta condivisa, che accanto al rinvio ritocchi anche i molti aspetti lasciati irrisolti dalla nuova disciplina (che cosa succede alle cartelle ancora non riscosse? Come si attuano le possibilità di accesso alle banche dati?). Il coro, però, si rompe quando si passa ad esaminare le modalità per uscire dall’impasse e per sostituire un agente nazionale della riscossione sempre più “freddo” verso il fisco locale. Le società private iscritte all’albo si sono scagliate contro la nuova disciplina perché impedisce loro di utilizzare gli ufficiali della riscossione (imponendo alle società l’ingiunzione originaria del 1910) e limita l’accesso alle banche dati, gli amministratori locali sono preoccupati per il vuoto gestionale e per i limiti alle procedure esecutive, nati per frenare il peso di alcune azioni di Equitalia nei confronti delle piccole imprese e tradotte senza adattamenti alla fiscalità locale. Tra le richieste emerse a Viareggio, infatti, c’è anche quella di «garantire un’attività di recupero più efficace» delle entrate che non entrano nella riscossione spontanea. Sul versante istituzionale, invece, ieri Legautonomie ha avviato una raccolta di firme per una petizione che caldeggia la creazione del nuovo Senato delle Autonomie.


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