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Pioggia di aumenti nei comuni
In 5 anni il trattamento accessorio è cresciuto del 24%

Aumento del trattamento economico accessorio dei dipendenti dei comuni di quasi il 24% nel quinquennio 2004/2009 e, nello stesso periodo, aumento dei compensi per i dirigenti di quasi il 38%. Risorse erogate in modo illegittimo; in particolare per l’utilizzazione distorta della produttività, per le progressioni orizzontali concesse senza valorizzare il merito e per le indennità di specifiche responsabilità corrisposte in modo molto ampio. Sono queste alcune delle principali indicazioni che si ricavano dalle «Risultanze delle indagini svolte dai servizi ispettivi di finanza pubblica in materia di spesa del personale del comparto regioni ed enti locali, con particolare riferimento agli oneri della contrattazione decentrata». Il volume della Ragioneria dello stato riferisce sugli esiti delle ispezioni effettuate nell’anno 2010 in 49 amministrazioni, cifra a cui si arriva sommando 6 camere di commercio, 4 province e 39 comuni.
Nella gran parte delle amministrazioni sono state contestate illegittimità: ricordiamo che le relazioni conclusive delle ispezioni sono trasmesse, oltre che agli enti perché provvedano a sanare le illegittimità e ai recuperi necessari, anche alla procura regionale della Corte dei conti. Da sottolineare che la stragrande maggioranza dei procedimenti aperti dinanzi alla magistratura contabile ha determinato la condanna di dirigenti, segretari, direttori generali e amministratori.
Sicuramente la voce che più concorre all’aumento illegittimo del fondo per la contrattazione decentrata è costituita dalla utilizzazione distorta dell’articolo 15, comma 5, Ccnl 1/4/1999, in particolare per gli aumenti disposti sulla parte variabile per l’attivazione di nuovi servizi e il miglioramento di quelli esistenti. Ma non si devono neppure dimenticare le illegittime riproposizioni nel corso degli anni degli aumenti una tantum previsti dai Ccnl 2006, 2008 e 2009 sulla parte variabile del fondo. E ancora, la mancata decurtazione dei compensi in godimento da parte del personale Ata trasferito allo stato e dei dipendenti trasferiti a seguito di esternalizzazioni; nonché il mancato taglio per il finanziamento dei reinquadramenti disposti dal Ccnl 31/3/1999 (nuovo ordinamento professionale). Il trattamento economico accessorio dei dipendenti nei comuni ispezionati è passato da 3.377 euro del 2004 a 4.185 del 2009 (aumento del 23,02%); quello dei dirigenti è cresciuto da 33.618 del 2004 a 46.137 del 2009, cioè l’incremento è stato pari al 37,24%. Tali valori sono ancora più elevati nelle province e nelle camere di commercio: è del tutto evidente che gli aumenti consentiti dai contratti nazionali sono entro volumi ben minori.
Le risorse destinate alla produttività continuano a essere una parte ridotta del fondo per la contrattazione decentrata, la cui quota prevalente è assorbita dalle progressioni orizzontali. Nonostante la carenza di risorse, esse sono spesso erogate in modo illegittimo. In primo luogo, perché non vengono assegnati preventivamente obiettivi e poi perché non sono attestati i risultati effettivamente raggiunti e le valutazioni dei dirigenti non sono effettuate in modo selettivo. La relazione mette in evidenza che «un’altra criticità rappresentata dalla tendenza a utilizzare le risorse della produttività per retribuire prestazioni ordinarie svolte al di fuori dell’orario di lavoro. Anche in questo caso ci si trova di fronte a una prassi distorsiva della disciplina contrattuale concernente la produttività».
Le progressioni economiche sono state effettuate in numero assai elevato nel comparto regioni ed enti locali. Non sempre le risorse destinate al suo finanziamento sono state prelevate dal fondo. La relazione ispettiva della Ragioneria dello stato inoltre segnala che in molte amministrazioni esse sono state concesse a tutto o quasi il personale e non si sono in alcun modo, o in modo molto limitato, utilizzati criteri selettivi o meritocratici. Ci viene ricordato che tali comportamenti determinano il maturare di responsabilità amministrativa. Un’altra frequente illegittimità, spesso spiegata dal ritardo con cui in molti enti vengono stipulati i contratti decentrati, è costituita dalla retroattività con cui esse vengono concesse.

 


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