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Finco, sì alla patente a punti in edilizia, ma bisogna distinguere

Come Finco ribadiamo la nostra assoluta condivisione della necessità di una sempre maggiore qualificazione delle imprese che operano nel cantiere edile, ma al tempo stesso la nostra preoccupazione che questa necessità «massifichi» tutti gli operatori in maniera ingiustificata.
Abbiamo certamente apprezzato la decisione di stralciare dal novero delle attività edili quelle impiantistiche e di prevedere per esse un percorso di qualificazione basato su una patente a punti elaborata in accordo con le parti sociali interessate, ma ribadiamo la nostra ferma convinzione che analogo percorso vada previsto anche per altre figure professionali che si trovano a operare in cantiere.
Chiediamo pertanto che nel documento attualmente in discussione si possa prevedere espressamente, come fatto per il settore impiantistico, che i settori non edili (né ai fini previdenziali né contrattuali) elaborino un proprio sistema di qualificazione.
A questo proposito, auspichiamo che i criteri generali cui dovranno attenersi tutte le patenti a punti, diverse da quelle edili, vengano definiti tenuto conto da un lato della condivisibile l’esigenza che le diverse patenti siano quanto più possibile omogenee, ma dall’altro della necessità che ogni settore possa esprimere le proprie peculiarità e su queste essere valutato e controllato.
Rileviamo, inoltre, come i tempi previsti per la elaborazione di patenti diverse da quelle edili (in questo caso quella del settore impiantistico ma, a breve, auspichiamo anche quella di altri settori, costruzioni metalliche, lavori di finitura svolti da produttori che forniscono e mettono in opera il prodotto ecc.) dovrebbero essere più prolungati tenuto conto che i rapporti su questo specifico argomento devono essere costruiti integralmente,.
Chiediamo dunque, per tali ultimi settori, che sia previsto un biennio per l’elaborazione di una proposta di patente di comparto. L’edilizia è una parte, importantissima ma non esaustiva, del più vasto mondo delle costruzioni e, per conseguenza, le problematiche e le specificità di ognuno dei settori coinvolti in un cantiere non possono essere assimilate in un unico modello senza creare nocumento alle imprese, alterando per certi versi, mercati e concorrenza.


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