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Sui condoni incassi a rischio
Riscossione. Chiusa la ricognizione: 64mila soggetti non hanno versato tutto il debito

Molti dei circa 64mila “furbetti” del condono fiscale 20032004 – gente che aveva pagato la prima rata e poi più nulla, nonostante iscrizioni a ruolo e cartelle di pagamento – hanno buone possibilità di farla franca. Lo ha ribadito ieri il sottosegretario all’Economia, Bruno Cesario, nella risposta a un question time in commissione Finanze alla Camera. «L’infruttuosità delle attività già intraprese dagli agenti della riscossione fa ritenere incerta ogni operazione di stima circa l’effettivo pagamento, entro il prossimo 31 dicembre, delle somme attualmente in morosità», ha infatti detto, in chiusura della sua risposta, Cesario, che ha così sostanzialmente confermato quanto già sostenuto l’estate scorsa dal direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera. All’appello mancano quasi 4 miliardi di euro. «Un miliardo – aveva detto Befera – è in procedura concorsuale, mentre un altro miliardo e mezzo è riferito a soggetti che hanno una marea di debiti fiscali e contributivi». In pratica, queste somme sono sostanzialmente inesigibili perché dovute da persone fallite o scomparse. Il recupero di quanto non pagato dai “furbetti” del condono è poi reso complicato anche dal fatto che la Corte di giustizia europea ha ritenuto disapplicabile il condono ai fini Iva. Soltanto un quarto del dovuto, poco più di un miliardo di euro, sarebbe invece all’incasso. Tra falliti, persone scomparse e condono irrilevante per l’Iva, il recupero si presenta insomma davvero difficile. E questo nonostante che il Fisco, con la manovra di Ferragosto (articolo 2, comma 5bis del Dl 138/11, convertito dalla legge 148/11), abbia intensificato la caccia ai “furbetti” del condono. In base a quella disposizione, infatti, l’agenzia delle Entrate e le società del gruppo Equitalia hanno avviato una ricognizione dei contribuenti per recuperare le somme dichiarate e non versate, anche dopo iscrizione a ruolo e notifica della cartella di pagamento, da chi si era avvalso delle sanatorie previste dalla legge 289/2002. «A seguito di questa attività di ricognizione – è la risposta di Cesario al question time di ieri in commissione Finanze – sono stati individuati circa 64mila soggetti, con debito residuo di importo superiore a 16,32 euro (in base al criterio di economicità e proficuità per l’azione di riscossione attualmente previsto in tema di iscrizione a ruolo) a cui Equitalia Spa e Riscossione Sicilia Spa stanno già inviando l’intimazione di pagamento». Sempre in base alla manovra di Ferragosto, questi 64mila soggetti hanno tempo fino al prossimo 31 dicembre per mettersi in regola. Se non lo faranno, in aggiunta alle somme non pagate e agli interessi rischiano una sanzione del 50 per cento. Inoltre, il “furbetto” del condono sarà controllato per tutti i periodi di imposta successivi a quelli condonati per i quali è ancora in corso il termine per l’accertamento. Ma il successo dell’iniziativa è tutt’altro che certo. Lo aveva fatto capire Befera all’inizio della ricognizione, lo ha confermato Cesario alla fine di questa.


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